…possono tirare un respiro di sollievo Iezzi, Gerosolimo, Pingue e D’Alfonso!
NUOVE TECNOLOGIE PER RAGGIUNGERE MEGLIO GLI SMART-PHONE
31 OTTOBRE 2017 – “Il Vaschione” deve cambiare veste grafica, perché sette anni nel web è un periodo giurassico.
Lo stiamo facendo senza tanti strombazzamenti, per l’esigenza di raggiungere meglio anche gli smart-phone. E da lunedì 6 novembre questo giornale mensile, diventato ormai un quotidiano, sarà più forte e più bello che… pria. Lo facciamo senza gravare sul portafoglio dei cittadini, al contrario dei giornali, su carta e su web, che si abbeverano alle casse regionali (e infatti si vede quanto sono indipendenti nei giudizi…). Noi ci abbeveriamo sempre alla Fontana del Vecchio, che sarà il simbolo forte del nuovo sito e che in tutto il mondo segna la sulmonesità dei lettori. Nei giorni passati, come i nostri più affezionati lettori avranno notato, siamo stati assenti a lungo, con brevissimi intervalli, per dar modo ai tecnici di recuperare le migliaia di articoli e di foto che costituivano la sedimentazione di questa voce informatica indipendente, dal I aprile 2010.
Possono respirare in questi giorni personaggi pubblici come Franco Iezzi, Fabio Spinosa Pingue, Andrea Gerosolimo, Luciano D’Alfonso, omaggiati dalle lingue salivanti di tanti giornali e gazzette; non abbiamo tempo per loro, perché dobbiamo pensare al motore della nostra macchina.
Studenti, giudici, pubblici ministeri, operai, professori, pensionati, artigiani, commercianti, dànno per scontato che “Il Vaschione” stia sempre sul web; non lo diano tanto per scontato, perché il giorno che qui ci si stufa non ci sarà più chi sostiene le ragioni che con tanta premura sfoderano nel privato con l’avvertenza di non rendere pubblica la fonte (perché non si vogliono inimicare il potente di turno).
Di Ovidio, invece, parleremo sempre, anche dopo il Bimillenario, così ingloriosamente gestito da un coacervo di autorità e di associazioni prive del minimo affetto per il poeta e la sua rivendicazione di sulmonesità che costituisce il biglietto da visita di Sulmona: Sulmo mihi patria est. Ne parleremo come di chi ha codificato la civiltà latina conservandone il seme per i millenni successivi: attraverso le Metamorfosi passa il dna dell’uomo dopo la preistoria e Sulmona, che è stata consapevole nei secoli scorsi di aver dato simili natali al punto da far venire un Re per inaugurarne la statua, ha perso questa consapevolezza e lo ha incoronato con l’aglio in testa; vergogna che ancora non viene lavata e che si è consumata sotto l’occhio vigile della polizia urbana.
Come si vede, veleno abbiamo in serbo quasi quanta acqua scorre alla Fontana del Vecchio e come diceva quella vipera di Trilussa alla quale si chiedeva cosa avesse fatto del liquido micidiale una volta approvato il disarmo mondiale: “Me ritirerò in quarche redazzione de giornale…” . Ma non si compiacciano i nostri interlocutori, perché a parlare con la vipera era il porcospino, che secondo Trilussa prevedeva gli sarebbe andata peggio “perché, Dio ne guardi je venisse in mente de levarmi le spine che ciò addosso, nun resterei che porco solamente”. Meglio vipera che porco: c’è pure da rifletterci?
Ma “Il Vaschione” insisterà nelle scelte propositive e costruttive: basta rileggere il primo editoriale “Perché questa voce libera”, che parla di un rivolo d’acqua che esce dalla Fontana del Vecchio e raggiunge gli amici di Pratola e poi Pescara e l’Adriatico, fino a portarsi, sospinto dalla nostra speranza, alle Colonne d’Ercole.