Ma i candidati sindaci protestino con D’Alfonso davanti al teatro

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PIU’ DEI PROCLAMI, LA CAMPAGNA ELETTORALE E’ FATTA DI ATTI CONCRETI CONTRO CHI UCCIDE IL CENTRO-ABRUZZO

22 APRILE 2016 – Ancora tappeto rosso per Luciano D’Alfonso a Sulmona.

Domani il presidente della giunta regionale, che ha fatto approvare il “masterplan” per destinare 11 milioni di euro alla soppressione della tappa di Sulmona sul collegamento ferroviario da Pescara a L’Aquila, sarà ricevuto accanto al presidente della Corte costituzionale nel teatro più bello della regione.

Che i sulmonesi fossero bravi a flagellarsi e a agitare le palme verso chi li scudiscia è cosa risaputa almeno dalla battaglia dei Campi palentini del XIII secolo. Allora, se non altro, le legnate vennero dopo che si era operata una scelta di campo tra i due contendenti e i Sulmonesi persero insieme a Corradino di Svevia; oggi non debbono neppure rimproverarsi di aver optato per la parte perdente, perché in realtà la soppressione di tutte le istituzioni e i servizi da Sulmona non la sta realizzando un aquilano, ma un pescarese. Hanno subito una coltellata alle spalle, aggiunta all’assurdo che a prendere posizione contro questa esclusione di Sulmona dai collegamenti ferroviari (e poi anche autostradali, come vedremo) è stata la tipica espressione della aquilanità, cioè la sen. Stefania Pezzopane. Lo ha fatto evidentemente non perché vuole bene a Sulmona, ma perché vede insidiato dall’ala adriatica del partito un territorio che vota con gli aquilani…

Eppure Luciano D’Alfonso, dopo aver insultato in aula consiliare i pochi coraggiosi che volevano contrastarlo per la questione del punto nascite, entra sul red carpet del teatro “Caniglia”, magari a spiegare pure quale è il significato della testimonianza di Giuseppe Capograssi nel contesto turistico-culturale dell’Abruzzo, come ha già detto che Sulmona per lui sarebbe la città dei ristoranti.

Sulmona avrebbe il diritto di non farlo entrare a teatro, tale è la sua arroganza e tale è il disprezzo per il territorio, che maramaldescamente tratta così sapendo che non c’è un solo esponente con la spina dorsale, nel suo partito e nella sua giunta, disposto a cantargliele. Sarebbe opportuno, quindi, che gli rivolgessero questo invito sul portone i candidati sindaci alle prossime elezioni amministrative: un invito garbato, ma fermo e significativo sotto il profilo politico, senza cartelli, se si vuole, ma con una presenza ingombrante, per lui fastidiosa; magari non ripresa dalle telecamere del TG3 che lo inquadrano solo per le interviste in ginocchio pure per illustrare i finanziamenti di dieci euro e per snocciolare la tiritera delle frasi che hanno il sapore di quelle mandate a memoria. Ma i candidati sindaci hanno il dovere di opporre il loro contrasto a un personaggio simile; chi non lo fa, non avrà diritto di parlare a nome di Sulmona.

Noi aspettiamo domani davanti al teatro alle ore 11: Anna Maria Casini, Elisabetta Bianchi, Alessandro Lucci, Alberto Di Giandomenico, Bruno Di Masci, Simone Giovarruscio, Domenico Capaldo.

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