IL PROCURATORE DI NAPOLI INTERVIENE ANCHE SULLA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA E SULLA CONCENTRAZIONE DELLE RISORSE
8 SETTEMBRE 2024 – Della necessità di concentrare le risorse per una adeguata lotta alla criminalità ha parlato il procuratore della repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, intervenendo ieri alla “Festa del Fatto quotidiano”, a Roma. In particolare, Gratteri (che negli anni scorsi aveva centrato l’argomento) ha portato l’esempio dei pubblici ministeri delle procure distrettuali antimafia (cioè degli uffici che si occupano di quel tipo di reati nelle città sedi di Corti d’Appello) che debbono rincorrere i processi in tutti i tribunali in quanto la competenza dei collegi giudicanti è comunque della sede di circoscrizione: “Intere giornate si perdono anche per adempimenti minimi”.
Il procuratore di Napoli ha anche affrontato il discorso del ruolo di chi rappresenta le amministrazioni e le istituzioni, scolpendo una frase essenziale: “Chi non ha il coraggio di dire le cose non deve occupare quei posti”. Per non smentirsi e, quindi, dicendo cose coraggiose, ha subito parlato della categoria dei giornalisti, perché in una conferenza stampa dopo l’arresto di duecento indagati, ha detto solo: “Oggi sono stati arrestati duecento presunti innocenti” e al giornalista che gli faceva presente che, così, non poteva scrivere niente, ha risposto: “Quando c’è stata la riforma Cartabia il sindacato dei giornalisti e l’ordine dei giornalisti non sono andati in commissione giustizia: uno ha detto che aveva da fare e un altro ha detto che non aveva tempo di leggere la norma. E ora venite da me a dire che non potete lavorare? Andate dal proprietario del vostro giornale, che sicuramente avrà amici in parlamento e vi fate cambiare la norma; ma sicuramente io il procedimento disciplinare per voi non me lo prendo”.
Molto critico Gratteri è stato sulla legalizzazione delle droghe, rivolgendosi anche agli insegnanti: “Portate i ragazzi un giorno nelle comunità terapeutiche; portate anche i ragazzi delle scuole medie, perché già alle scuole medie la sera arrivano storditi per le canne che si fanno. Portateci per un giorno, sospendendo per un anno, se necessario, la “giornata della legalità”, per un anno solo; e fateli parlare con chi sta lì, per sapere come hanno cominciato. E poi parleremo di legalizzazione”.
Un’ultima annotazione ha riguardato i disastri compiuti da Draghi e dai partiti che lo sostenevano. Gratteri, che ha sottolineato come, quando lui ha detto che Draghi non capiva di giustizia, molti “si mettevano la testa nella gabbia toracica al solo sentire il nome di Draghi”, ha proposto l’approvazione di una legge con un solo articolo: “Tutte le riforme dal governo dei migliori in poi le abrogate. E poi rincominciamo a parlare di giustizia”.
Nella foto del titolo il dott. Nicola Gratteri mentre lascia sotto scorta la “Casa del jazz”