“IN SEGRETO CHIEDERO’ SCUSA”

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PARADOSSALE DIETRO FRONT DEL SINDACO SUL BIMBO RIMASTO A DIGIUNO – SAREBBE TUTTO DA RIDERE SE NON FOSSE DRAMMATICO

14 NOVEMBRE 2024 – Per l’angolo del buonumore, consigliamo l’acquisto de “Il Messaggero” di oggi e la lettura completa dell’intervista al sindaco di Sulmona sulla vicenda del bambino rimasto senza pasto alla mensa scolastica (“ma il primo gli è stato servito” aveva puntualizzato Gianfranco Di Piero). C’è tutto lo spessore di questo personaggio. S’è accorto di aver detto una fregnaccia quando ha preteso di gettare la croce sul padre del bambino: nessun avviso era arrivato sul telefono cellulare, perché, contrariamente a quello che Di Piero ha scritto in un comunicato il giorno dopo lo scandalo, gli avvisi arrivano al quinto pasto in morosità. E oggi dice la verità, che è a tal punto devastante per la sua immagine che ha pensato di prendersi “due giorni di pausa dal Comune”, cosa che non era successa, secondo lui, in tre anni di sindacatura (ma non ha detto che, quando c’è, legge il Corriere della Sera e se la prende con gli uffici per ogni scandalo o scandaletto di ordinaria amministrazione).

Il Di Piero che esce da questa intervista è proprio questo: “Quando si spegneranno i riflettori convocherò il papà del bambino per scusarmi”. Allora l’atto di contrizione lo fa in segreto. Sotto i riflettori dà dell’irresponsabile al padre del bambino perché non ha pagato e non ha letto i messaggi; quando lo spettacolo finisce, dietro le quinte e ben coperto, Di Piero chiederà scusa. E la spiegazione sta qualche rigo più avanti: “Mi hanno telefonato da tutta Italia”. Invece, avrebbe dovuto ricevere nell’aula consiliare il padre del bambino e magari prendersela con gli uffici, come fa sempre, ma urbi et orbi riconoscere che aveva detto la fregnaccia che ha detto. Un democristiano in perfetta continuazione con il passato.

Altro aspetto: ha chiesto subito di correggere il sistema di allarme apprestato dalla ditta “anche perché le direttive dell’affidamento parlano esplicitamente di segnalare il credito quando sta per terminare. Prima, non dopo”. Quindi, dopo la tramvata che ha preso proprio sull’appalto delle mese, quando ha dovuto rifare il bando perché si era incastrato a difendere quello precedente, che era illegittimo, sta ancora al punto che “deve rivedere”? Ma se ha dei dipendenti sui quali scarica sempre ogni responsabilità, perché non prende in mano la vicenda e provvede come dovrebbe provvedere uno che è stato eletto dalla cittadinanza per fare il sindaco? Chi è questo sindaco che si sente Aldo Moro e non può sporcarsi con la ordinaria amministrazione? Non è altro che uno che elemosina voti dai consiglieri di minoranza e va a cena con Fratelli d’Italia per concordare la non belligeranza.

Terzo aspetto. Mentre un assessore, come Carlo Alicandri Ciufelli, parte lancia in resta per criticare, proprio sulla vicenda del bimbo quasi a digiuno, Il Germe e Il Messaggero che questa volta hanno scritto la verità, il sindaco lo ignora completamente e, spaventato dalla risonanza sulla stampa nazionale, annuncia di voler chiedere scusa perché il padre del bambino ha ragione su tutte le ruote. Che comandante, che leader.

(nella foto: le Fregnacce alla Sabinese di Casaprota in provincia di Rieti, quelle che forse il sindaco voleva servire al bambino di quattro anni e che invece ha propinato a tutta la cittadinanza)

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