MA LO SA IL SINDACO CHE QUANDO I BAMBINI NON MANGIANO DIVENTANO NERVOSI?

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DI PIERO MANCA DI EXIT STRATEGY DAVANTI AL PROBLEMA DELLE MENSE SCOLASTICHEINTANTO FORSE L’OPPOSIZIONE HA COMINCIATO A CAPIRE DOVE STA L’INGHIPPO

9 SETTEMBRE 2023 – Se i fascisti, appena arrivati al governo con sprezzo delle regole e con la marcia che un Savoia avrebbe dovuto stroncare sul nascere, hanno emanato una legge per impedire gare di appalto opache per la fornitura di servizi alla pubblica amministrazione, probabilmente vorrà dire che, più delle regole democratiche, la società del tempo esigeva regole contro un imperversante malcostume ereditato dalle distorsioni dell’Italia liberale più volte coinvolta in scandali, come quello della Banca romana, iceberg di un modo di intendere la gestione dello Stato che era passato anche per il “sacco” edilizio di Roma.

Ma se, poi, anche caduto il Fascismo, la legge del 1924 è rimasta tra quelle dello Stato (si è salvata anche dall’editto di Calderoli che cancellò tutte le norme precedenti una certa data, alla maniera dei barbari), avrà anche questo un significato. E allora, se il sindaco doveva sapere che la sua struttura amministrativa non faceva bene il proprio dovere mandando avanti un appalto che non contemplava una legge di cento anni prima, perché mai non si è dato calci nel sedere per recuperare il tempo perduto? E cincischia ancora per non prendere posizione e rimediare agli errori fatti dal Comune del quale è primo cittadino. La sedia gestatoria, sulla quale ha preteso di salire all’indomani della sua designazione a candidato sindaco due anni fa, ondeggia vistosamente tra forze opposte che cercano di spingerlo: da una parte il salvataggio di una procedura malsana e dall’altro la richiesta di rispetto di una legge, fascista quanto si vuole, ma, come molte leggi fasciste (compreso il Codice Rocco), faro illuminante di una corretta regolamentazione sociale, riprese da varie legislazioni nel mondo. Di fronte alla politica del rinvio di Gianfracchia Di Piero non ci sarà alcun rinvio per l’apertura delle scuole e le mense non funzioneranno.

Questa è la realtà, sulla quale l’opposizione di Fratelli d’Italia non apre bocca, perché le carte dell’appalto malsano non le ha lette e si è congedata dal consiglio comunale del 29 luglio ripromettendosi di leggerle. Forse adesso le ha sbirciate o forse solo adesso le ha capite, pur avendole prima già lette, e ha realizzato che non è il caso di riavviare una procedura incastrata.

Però il sindaco avrebbe potuto indire una gara nuova già il giorno successivo alla figuraccia in consiglio comunale. Poi non serviva neanche cacciare i dirigenti che avevano sbagliato: bastava dirottare ai loro uffici i dipendenti dell’unica ditta partecipante, preoccupati per il posto di lavoro, magari dopo aver ribadito che il sindaco sembra che comandi, ma in effetti si attiene “a quello che fanno gli uffici”. Oppure ripetere a memoria quello che c’è scritto all’ingresso della facoltà di Giurisprudenza a Roma, come ha fatto in consiglio quando s’è manifestato il problema. Meglio ancora se spiegherà loro come la “differenza tra illegittimità e improcedibilità” consentirà di distribuire i pasti dal primo giorno di scuola.

Il problema non è trovare frasi in latino: il problema è trovare chi accetta di farsi prendere per il culo.

Nella foto del titolo un Pinocchio davanti alla scuola di Via Togliatti nei primi anni Ottanta.

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