Milan? Troppo vicino al Cavaliere, almeno di nome

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GLI ASSESSORI FANNO RIMA CON DISSAPORI

20 GIUGNO 2013 – Levata di scudi nella sinistra per il nome di Aldo Milan nella giunta che il sindaco eletto dal 66% del 45% dei Sulmonesi, quindi dal 25% degli elettori, Peppino Ranalli, si appresta a proporre.

Sarebbe una bieca trovata di Bruno Di Masci. Il nuovo andrebbe a farsi benedire; per giunta ci sarebbe anche un vice-sindaco che risponde a Luciano Marinucci. Insomma sembra una rivoluzione tradita. E a qualcuno non va a genio la scelta di un nome, Milan, tanto vicino al Cavaliere.

Amenità, certamente. Fra tutte le indecisioni della sinistra vicina al Pd, fra tutte le sconfitte che il Pd riesce a collezionare, almeno questo 25% che ha portato alla elezione di Ranalli ha un padre prestigiatore che è riuscito a convincere i pochi disposti ad andare alle urne. E, piaccia o non, è bruno di nome e di masci ha il cognome. Con tutti i disastri della “cosa”, del “ma anche” di Veltroni, della professoralità di D’Alema, e, in piccolo e in sede locale, della segreteria una e.. binaria, delle espulsioni dei dissidenti, del direttivo di 70 componenti (dei quali il 66% del 45% non sapeva di far parte ancora del Pd), un richiamo alla concretezza era e rimane proprio l’indistruttibile Di Masci, che avrà pure il diritto di suggerire qualche nome al “dipietrista di cazzo” come apostrofò l’attuale sindaco (ma già sapeva di offendere solo il 25% degli elettori, gli altri sono tutti voti da conquistare per le prossime elezioni).

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