“SCRIVETE, MA SOLO COSE BELLE”

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IL PATTO TRA LO STATO E I SOLDATI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE NELLE CARTOLINE RACCOLTE DA FABIO DI FONSO

5 OTTOBRE 2024 – Il Dott. Fabio Di Fonso presenterà oggi pomeriggio alla sezione di Archivio di Stato nell’ex convento di San Nicola l’enciclopedico volume monotematico sulle cartoline dai soldati italiani e per i soldati italiani nella prima guerra mondiale. Il suo “Cartoline dal fronte” è una cavalcata nelle trepidazioni del conflitto: è una consapevole annotazione degli stati d’animo delle famiglie e dei militari, addirittura una indagine sui modi di dire, sugli escamotage per recare conforto, talvolta una interrogazione su quello che si sarebbe voluto dire. Bisogna, infatti, considerare che su tutte queste centinaia di messaggi aleggia una protagonista invisibile: la censura. Era l’ospite ingombrante nella correzione delle espressioni: concedersi allo sconforto poteva significare sposare il disfattismo, che in tempo di guerra è peggio che mancare il bersaglio del nemico che mette la testa fuori dalla trincea. Di Fonso riporta le statistiche dell’enorme traffico di cartoline dei primi giorni di guerra, incentivato per alleviare lo strappo nelle famiglie: per questo, del resto, fu studiata la franchigia, una specie di patto tra lo Stato e i sudditi perché non trapelassero notizie sconfortanti.

Esigenze belliche, del resto, imponevano che i soldati impegnati al fronte non fossero direttamente raggiungibili con un banale indirizzo: non si doveva sapere quale fosse il dislocamento dei reparti e, in particolare, i loro spostamenti (“sono vicino a” annotava il soldatino e il censore pensava a cancellare). Si scriveva, per lo più, verso l’ignoto, un po’ come le mail dei nostri giorni, quando si legge che la destinazione è in un altro capo del mondo, sebbene il destinatario si trovi a trenta metri; con la differenza che 109 anni fa non si poteva essere sicuri che la cartolina arrivasse ad un soldato ancora vivo.

Il dott. Di Fonso ha, con questo volume di 400 pagine, il merito di aver racchiuso un’epoca che, qualunque sia la guerra che ci attende (e alla quale danno man forte sconsiderate speculazioni di mercanti di armi, né più, né meno che 100 anni fa), non si ripeterà più, perché non ci saranno più cartoline e forse non ci saranno più fronti, come nel genocidio che gli israeliani stanno compiendo sui palestinesi e i libanesi.

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