E se i tavoli contassero un po’ meno della protesta degli Ordini?

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TORTUOSE INIZIATIVE PER CORREGGERE IL COMUNICATO UNANIME

22 MAGGIO 2017 – Gli ordini professionali di Sulmona hanno deciso all’unanimità di protestare per la grave noncuranza degli amministratori comunali

e l’inefficienza dell’apparato amministrativo a risolvere i problemi tra i più ordinari: sostengono che sia in atto una grave declino della città. Al documento approvato nella riunione della settimana scorsa hanno fatto seguito due reazioni di diversa portata e comunque convergenti sul comune risultato di impedire la protesta, che si era annunciata molto decisa, con un corteo fino al municipio, forse accompagnato da automezzi e macchine scavatrici per simboleggiare la correlazione tra le attività produttive e la ripresa dell’economia cittadina.

La prima reazione si è manifestata con una serie di contatti telefonici tenuti dall’assessore regionale Andrea Gerosolimo con vari o tutti gli Ordini professionali perché rivedessero la loro posizione: chiamate anche notturne o di mattina prestissimo. La seconda reazione non si è fatta attendere oltre la giornata di sabato e i consiglieri di maggioranza l’hanno affidata ad uno sgrammaticato comunicato che in linea di massima (a meno di interpretazioni che qualcuno più addentro alla terminologia e alla sintassi particolarmente tortuose potrebbe evincere con più acutezza) afferma che c’è un clima di odio in città, del quale tali iniziative di protesta sarebbero il portato; che i problemi sono in via di soluzione; che non è giusto che Pietrucci, consigliere regionale, venga a Sulmona a parlare di rischio disoccupazione del personale delle cooperative presso il Comune.

Facciamo comunque un passo indietro e lasciamo parlare tale comunicato: “Vogliamo invitare coloro che stanno tentando di rientrare dalla finestra, confondendo leadership da social network a quella dei tavoli che contano, dopo che la città li ha sonoramente bocciati alle urne, ad evitare strumentalizzazioni a scapito della città stessa”. La “leadership da social network” non si può confondere “a quella dei tavoli che contano”, ma semmai “con quella dei tavoli che contano”. Ma, prescindendo dalla forma, a questi “tavoli che contano” chi è seduto ? I consiglieri di maggioranza? I referenti dei consiglieri di maggioranza? E se uno è seduto “ai tavoli che contano”, può al tempo stesso partecipare ai social network e può rivestire, nei social network, una “leadership”, oppure deve solo rimanere ai tavoli e seguitare a contare quello che si conta nei tavoli?

E si può diffondere, da quei tavoli, un comunicato stampa che si possa pubblicare anche nei social network, realizzando questa multimedialità, agli altri interdetta? Ma il bello sta proprio all’inizio, dove i “consiglieri di maggioranza” stigmatizzano la strumentalizzazione di “problemi e sigle di ordini professionali”. Ora, sarà pure che gli ordini non siedono ai “tavoli che contano”, già occupati dai consiglieri di maggioranza o dai loro referenti, ma considerare come sempliciotti che si fanno strumentalizzare gli avvocati, i commercialisti, gli ingegneri, gli architetti, i geometri, i commercianti non è proprio diverso dall’ “alimentare un inopportuno e inutile clima di odio in città” che dai tavoli che contano viene diagnosticato come intento di chi cerca di rientrare dalla finestra.

Il comunicato che sembra scritto dalla Sibilla alla fine sarà interpretato con l’aiuto di tutti i nostri lettori, basta discernere i contanti ai tavoli.

Ciò che non riusciremo a comprendere è perché mai un assessore regionale, che si dice estraneo alla elezione del sindaco e alle vicende della giunta sulmonese (forse per non collegare la propria immagine a quella invero non esaltante della giunta che si dà già da reimpastare), assedia di telefonate gli ordini che sono i migliori veicoli per canalizzare una protesta su base istituzionale e per prevenire le fughe in avanti e plateali. Se da una riunione è emerso un tale malcontento che all’unanimità gli ordini hanno deciso di protestare, d’incanto la protesta cesserà se i rappresentanti degli ordini, tradendo i loro iscritti e loro stessi, dovessero revocare la protesta? Non ci vogliono capacità intellettive elevate (indispensabili a percepire il senso del comunicato dei consiglieri che contano ai tavoli) per capire che chi ha in animo di protestare non desiste se il proprio ordine si comporta da Pulcinella.

Anzi, ci sembra di prevedere che la protesta sarà più acuta e non conterà più quello che si dice ai tavoli. A meno che non sia questo l’obiettivo dell’assessore: rovesciare i tavoli che contano. E contare solo lui, in piedi.

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