SOTTERRANEE MANOVRE PER RICONQUISTARE QUOTE DI ELETTORATO
18 MAGGIO 2013 – Tradotte in soldoni, le istanze per il rinvio delle elezioni amministrative oppure per un loro svolgimento alle date fissate si risolvono in una non immacolata, ulteriore strumentalizzazione degli eventi in corso d’opera nella campagna elettorale.
La coalizione guidata da Fulvio Di Benedetto era la più eterogenea fra tutte quelle del cartellone elettorale; la trasversalità dell’esperimento proposto da Di Benedetto era una scelta precisa per portare alla guida della città il “volgo disperso” che guida non aveva. Ora è tutto un lavoro di pastori che si vanno a riprendere le pecore smarrite per riportarle allo stazzo. Ma c’è anche l’esigenza di fare subito, per esempio per il Pdl che stava nel completo sbando e che qualche centinaia di voti potrà rimediarli; oppure per il Pd, che non ha digerito quella frattura da Sulmona Democratica e pensa di dover fare subito, prima che a settembre sloggerà da Palazzo Chigi e non potrà più proporre malìe di sottogoverno. Quindi per costoro o si fa subito o si fa immediatamente.
Diversa è la situazione per altri gruppi, più caratterizzati dal punto di vista ideologico (ove per tale si intende anche la contrapposizione e la protesta), che non sono legati al fattore cronologico, perchè mantengono più o meno posizioni stabili.
Ora sarebbe quasi il tempo di spogliare le singole prese di posizione come cavalleresco atto di rispetto nei confronti di Fulvio Di Benedetto o di politicamente corretto savoir faire istituzionale: si dica più semplicemente che si vuole far presto per grattare il barile oppure che si intende temporeggiare per registrare i motori e ripartire. E si tenga conto che la campagna elettorale è una cosa seria, rimanendo l’espressione più alta del colloquio tra elettori e candidati.