IL VATE SOCCORRE LA SFORTUNATA ECO
In questo passo, tratto dal terzo libro delle Metamorfosi, Ovidio presenta con estrema raffinatezza il celebre episodio di Eco e Narciso.
Eco è una ninfa destinata per volere divino all’incapacità di comunicare, essendo solamente in grado di ripetere la fine delle frasi altrui senza mai iniziare di proprie; Narciso è invece un giovane bellissimo la cui maledizione è quella di suscitare amore con il proprio aspetto incantevole, senza però poter provare tale sentimento per alcuna creatura all’infuori di se stesso. Egli infatti rifiuta sdegnosamente gli abbracci e l’amore di Eco, la quale, con il cuore spezzato, si consumerà di sofferenza fino a dissolversi nell’aria. Narciso, che in questo episodio è in un certo senso causa della metamorfosi, ne sarà successivamente oggetto quando, innamorato della propria immagine riflessa nell’acqua di uno stagno, sporgendosi per toccarla vi cadrà annegando e sarà tramutato in fiore.
Il passo si apre quasi ex abrupto con la descrizione di come il sentimento di Eco per Narciso divampi all’improvviso con una forza incredibile, simile allo zolfo che prende fuoco non appena è avvicinato un po’ troppo alle torce. “L’immagine dell’amore visto come fiamma, assai diffusa in Ovidio, è sottolineata da numerosi termini tutti appartenenti alla stessa sfera semantica”.
“La tematica amorosa – continua Francesca Inglima – è la base su cui si fonderà la metamorfosi, che sopraggiungerà in questo caso come soluzione di una situazione senza via d’uscita”. “La profonda distanza che intercorre tra i due personaggi, che sembrano percorrere sentieri paralleli senza quindi alcuna speranza di incontrarsi, è fortemente sottolineata sia a livello contenutistico-lessicale che addirittura formale” ed è “infine rimarcata , con la sottile punta di ironia che caratterizza la poesia ovidiana, dai dialoghi che essi si scambiano: nonostante infatti le parole che i due pronunciano siano le stesse, il significato di quelle ripetute da Eco è diametralmente opposto rispetto a ciò che Narciso intende. In una situazione tanto drammatica non ci può quindi essere altra via d’uscita se non la metamorfosi, che fissa nella continuità della natura l’essenza di Eco, liberandola però dall’estrema sofferenza che era costretta a subire nella precedente forma umana. In Ovidio, ed in particolare nelle Metamorfosi, è spesso presente e rimarcato tale legame tra uomo e natura”. “La triste vicenda amorosa di Eco è infatti finalizzata alla metamorfosi, che altro non è se non l’immagine letteraria del perpetuo ed inevitabile divenire del mondo”. “Se dunque tutto nella vita è irrimediabilmente apparenza ed incertezza, è inutile permettere che l’amore distrugga il nostro animo e condizioni la nostra vita negativamente”.
Nella immagine del titolo: Giovanni Bilivert, Eco e Narciso, olio su tela