NON SOLTANTO PER MANCANZA DI FONDI TARDANO A SULMONA LE RIPARAZIONI

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DOPO I BUROCRATI SI ASPETTANO I CARPENTIERIDanni minori ma tempi più lunghi per gli edifici lesionati

Chiesa-di-Santa-GemmaL’ordine degli architetti (a Sulmona sono circa quaranta) ha messo a disposizione dell’ufficio comunale due iscritti per collaborare all’espletamento delle pratiche relative alle riparazioni e alla ricostruzione dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

La congerie di indirizzi e interpretazioni normative è l’aspetto che preoccupa di più per la operatività degli interventi predisposti in materia di risanamento, di riparazione e di ricostruzione. La Protezione Civile ha viaggiato a mille nelle settimane di aprile di un anno fa: addirittura alcuni stabili hanno avuto sei diversi sopralluoghi di commissioni per verificare e riscontrare con il massimo scrupolo. E oggettivamente, altri crolli dopo quelli della notte di tregenda non ci sono stati, perché l’azione di assistenza alla popolazione e di messa in sicurezza dei fabbricati non ha avuto intoppi.

Palazzo-transennatoOra, purtroppo, non è che gli atti abbiano impulso: così le richieste di chiarimenti rimesse ai privati si sono succedute e non hanno avuto esiti immediati. Una spiegazione starebbe nel fatto che nella prima fase Amministrazioni importanti come la Soprintendenza non prendevano in considerazione le riparazioni da apportare, ma solo la messa in sicurezza degli edifici tutelati. E non già per incuria, ma perché le riparazioni, ovviamente, nell’immediato post-terremoto non sono neanche ipotizzate.

La mano tesa degli architetti deve prima di tutto essere inserita in un quadro organizzativo che la renda operativa, perché fino ad ora è solo una mera disponibilità.

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