UN PANORAMA DESOLANTE RUOTA ATTORNO AI PRIMI ANNI DELLE SCUOLE CITTADINE – QUALCHE IPOTESI E LA NECESSITA’ DI UN CHIARIMENTO
10 OTTOBRE 2024 – L’ansia che avvolge i genitori per i continui rinvii del servizio nelle mense scolastiche incombe in modo tanto pesante sulla vita sociale da non poter liquidare il disservizio come un incidente di percorso. Si può dire che il malfunzionamento della pubblica amministrazione in ambito locale entri prepotentemente nelle case e condizioni la vita delle famiglie: si debbono preparare pasti “alternativi”, gli orari subiscono variazioni difficili da gestire. Si può, quindi, prevedere una reazione molto dura, sebbene le famiglie abbiano poco potere di incidere sulla ormai consolidata indolenza degli uffici comunali, degli assessori, del sindaco.
Per non generalizzare, si dovrebbero cercare le reali responsabilità di un insuccesso così vistoso. Da un lato c’è sicuramente la sconcertante condotta del sindaco che già l’anno scorso pretese di sostenere l’esclusiva responsabilità degli “uffici” e che quest’anno ha aggiunto quello che mancava a delineare la sua filosofia di vita e dell’essere sindaco: un pizzico di cinismo che si coniuga con quel rimanere alla finestra, tipico di chi in vita sua non ha organizzato mai neanche un’”uscita” di una squadriglia scout, una partita di pallacanestro, probabilmente neanche una tombolata. E’ sempre rimasto a guardare: quello che faceva Franco La Civita, quello che faceva Andrea Gerosolimo, quello che facevano gli amici di Via Freda.
Ma, detto questo, qualche meraviglia desta pure questa “Ri.Ca.” che, dopo tre mesi dall’aggiudicazione dell’appalto, non ha ancora trovato un punto-cottura in tutta la Valle Peligna, né ha pensato di procurarsi uno dei tanti capannoni abbandonati nel nucleo industriale per allestirvi, magari a leasing, una cucina adatta alle esigenze. Si può anche sospettare che qualcuno abbia architettato vari ostacoli. Ma, se questo è, il modo migliore non sarebbe mai il continuo rinvio della soluzione e la passiva accettazione dell’inevitabile: ci vorrebbe una pubblica denuncia, un chiarire le cose, in modo che, se ci sono state condotte che hanno gettato alunni e famiglie nello sconforto nel quale oggi navigano, si possano individuare i responsabili finora occulti.
E poi bisogna guardare questa vicenda con gli occhi degli alunni. E’ il loro primo contatto con la pubblica amministrazione. Ed è una Caporetto che condizionerà la loro percezione del “pubblico” molto peggio di come la condizionavano le assurdità della “naja”, quando la logica era una variabile indipendente dall’organizzazione della vita quotidiana e quella che si aspettava più di tutto era l’”alba”. I bambini hanno uno spaccato degli enti che amministrano e gestiscono le loro necessità e possono farsi un quadro dell’università, del mondo del lavoro, dell’immenso arcipelago dell’intervento pubblico che li aspetta. Meloni & C hanno messo del proprio, arrivando ad evocare il merito pure nella denominazione del ministero: un accostamento che suona beffardo. O che, al contrario, richiederebbe un intervento immediato affinchè sui banchi della scuola primaria non si apprendano le coniugazioni dell’insipienza e della mentalità del fallimento, tipiche dei cascami della politica nei decenni scorsi.