PER LE MAPPE DELLE ACQUE OCCORRE INCOMINCIARE DA CAPO

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2 FEBBRAIO 2024 – Del patrimonio che si è perso con la distruzione dell’archivio della “SACA” si potrà avere contezza quando si conosceranno le fonti e i corsi d’acqua della Valle Peligna (nella foto il Sagittario poco prima di Bugnara), cioè della confluenza di più bacini idrografici della zona più ricca di fiumi e torrenti in Abruzzo. Di una “Antica mappa delle acque del territorio sulmonese” parlerà Roberto Carrozzo all’”Università della Libera età” mercoledì alle ore 16,30  nell’aula magna dell’istituto Superiore “Ovidio”. Le opere di bonifica si sono succedute per secoli, mercè anche un intenso sfruttamento agricolo dei terreni di tutta la vallata e la valorizzazione di colture che hanno assorbito in abbondanza l’acqua. Poi del prezioso liquido fece incetta lo stabilimento della “Crodo”, che provocò un netto calo di pressione, tanto che furono attivate pompe di prelievo alle sorgenti del Gizio a Pettorano. In cambio, del resto, si incrementò di oltre 200 unità il livello occupazionale.

Carrozzo ha studiato a lungo l’inquadratura delle fonti; potrebbe essere il punto di partenza per una nuova valorizzazione, soprattutto in un’epoca nella quale si incomincia a parlare di scarsità delle acque potabili. E da lì ripartire per una nuova rinascenza, sempre che un’altra attività intensiva, quella della discarica del Cogesa, non avrà danneggiato le vene di produzione.

Nella foto in basso lo “smaltimento” delle carte della SACA nel dicembre 2020.

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