SE SI CAMBISE IL SINDACO

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INIZIATIVA NETTA DEI MARSICANI SULLA FERROVIA ROMA-PESCARA E SUL TUNNEL DA BUGNARA A CELANO – IN VALLE PELIGNA SI TACE IN SETTE LINGUE

15 SETTEMBRE 2024 – L’ipotesi di favorire un pendolarismo che riduca la pressione sulle città maggiori per un riequilibrio del territorio è valutata con attenzione nella Marsica, dove l’avv. Aurelio Cambise e i consiglieri comunali di Massa d’Albe Giovanni Ceglie e Domenico Mancini tornano sulle opportunità che si aprirebbero dal progetto europeo  delle reti Ten-T. In sostanza, dicono, “una ferrovia funzionante potrebbe spingere chi si è trasferito nella capitale o nella costa adriatica a ritornare nelle nostre zone e a viaggiare, perché troppi studenti e troppi lavoratori sono stati costretti a trasferirsi per distanze poco rilevanti”.

Vanno al nocciolo del problema quando auspicano “un tunnel tra Celano e Bugnara, come già ipotizzato da un vecchio studio del 2008”. E’ il punto decisivo per la riduzione dei tempi tra Sulmona e Roma e tra Avezzano e Pescara, che è l’aspetto qualificante del riequilibrio del territorio. Allora sì che si potrebbe raggiungere Roma dalla Valle Peligna in un’ora e mezzo, senza danno per le zone che sarebbero escluse dal nuovo tragitto, perché una linea secondaria, quale rimarrebbe quella sul tracciato attuale, non lascerebbe isolate le comunità di Cocullo, Goriano, Pescina.

E’ tutta altra filosofia rispetto a quella degli investimenti totalizzanti sulla autostrada A25 tendenti ad escludere tutta la Valle Peligna, a rimuovere addirittura i viadotti che conducono fino alla galleria di Cocullo e a lasciare chiusa (per oggettivi costi rimarchevoli rispetto al traffico residuale) la stessa galleria che oggi collega la Marsica e la Valle Peligna. L’autostrada deve rimanere e può non richiedere spese strutturali come quelle per le sette gallerie che il singolare progetto sostenuto da D’Alfonso richiederebbe da Bussi a Collarmele. Ma è ovvio che i pendolari studenti, gli operai, gli impiegati dei livelli più bassi non possono permettersi i costi di autovetture e pedaggi. Finora l’impegno dei sindaci si è manifestato nella riduttiva battaglia del contenimento dei pedaggi; finora l’impegno della Regione si è trattenuto nell’esame del raddoppio del tratto di ferrovia della Valle Pescara, che è già lineare di per sé e che, se realizzato, andrebbe a sventrare intere cittadine (non per niente reattive rispetto alla irruzione dei treni veloci tra le case).

Ed è da rilevare che la Marsica non avrebbe niente da perdere dalla attuazione della stravagante proposta di D’Alfonso. Tuttavia, razionalmente, un percorso che unisse Avezzano a Sulmona, invece di uno al servizio delle… talpe, è valutato nella giusta misura anche dalla Marsica.

I marsicani Cambise, Ceglie e Mancini si fanno sentire e concludono: “La politica vera faccia qualcosa di concreto per le aree interne dell’Abruzzo e non si limiti soltanto a promettere”.

Chi tace, ancora una volta, è la componente peligna.

Nella foto del titolo la stazione di Sulmona, tra poco esclusa dal collegamento tra Pescara e L’Aquila. In basso, un numero passato de “Il Vaschione” (disponibile presso il bar Di Marzio), con il resoconto della più recente vicenda ferroviaria.

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