I GRANDI TEMI DEL CONTROLLO SULLA TERRA E SUGLI UOMINI NELL’ULTIMA CONVERSAZIONE DI “LIBERINCONTRI”
15 GIUGNO 2016 – Saranno leggende, oppure esternazioni di chi deve sfogare la angoscia profonda che lo porta a sentirsi vivere su un baratro;
oppure saranno verità che soltanto pochi percepiscono nella loro reale dimensione. Il tema del disastro dovuto alla violazione degli equilibri, naturali e scientifici, etici o religiosi, ha segnato l’inizio dei “Liberincontri” nell’autunno scorso e ha chiuso il ciclo di conversazioni oggi, nella prima giornata di caldo dopo un mese di freddo e di pioggia, l’uno e l’altra a smentire il riscaldamento del pianeta o forse solo a lenirne la paura. L’occasione di parlare del rischio totale del pianeta è venuta a Mario Boyer dal libro di Michael Hardt e Antonio Negri “Impero”, edito da Rizzoli.
Secondo Boyer, si deve parlare di “CRISI DEL PROGETTO UOMO” dal punto di vista che, se tra tutti gli occupanti della Terra l’Uomo è l’unico a poter ideare un progetto, è d’altra parte indiscutibile che la presenza massiccia di una tecnologia nelle mani di pochi e, peggio del peggio, nelle mani di coloro he vogliono conservare il dominio prevalente (o forse assoluto?) sulla Terra, è lo strumento per favorire conflitti continui. Hardt e Negri ricostruiscono una scala di progressive presenze per un dominio imperiale; e a queste esigenze si piegherebbero molte delle condotte degli uomini su larga scala (delle masse, si sarebbe detto nel Novecento).
Boyer ha anche osservato, nella sua illustrazione necessariamente contenuta in poco più di tre quarti d’ora, che la vera consapevolezza delle azioni degli uomini si potrebbe ottenere se si considerasse che la Terra potrebbe morire tra breve come muore un uomo.
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Un concetto molto penetrante in questo senso ha espresso, sposando la teoria del “terzo occhio” o dell’”occhio interiore”, Franco Battiato nell’ultimo brano del suo “Inneres auge”, “Il racconto”
‘U cuntu
’u sennu stamu piddennu ’u sennu ti ni stai accuggennu unni stamu jennu a finiri ’ccu stu munnu ca sta ’mpazzennu luceunu ’i stiddi dda la’ luntanu supra ’u mari li cosi cari parunu cchiù beddi nan sacciu cchi fu a ieri visti ’a motti addummisciuta ’nda ’na gnuni nan si uosi arrusbigghiari Hic et nunc non habeo dispositionem mentis latus mundi insanus est malus imbutus malis libidinibus.
con la necessaria traduzione
IL RACCONTO Il senno stiamo perdendo il senno te ne stai accorgendo dove stiamo andando a finire con questo mondo che sta impazzendo lucevano le stelle lontano sopra il mare le cose care sembrano più belle non so che fu ieri ho visto la morte addormentata in un angolo non si volle svegliare Adesso non ragiono Il mondo terreno è impazzito Negativamente ispirato a causa di cattive passioni.