Al Consiglio regionale la soppressione dei tribunali

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7 NOVEMBRE 2011 – Si guarderanno in faccia tutti quelli che vogliono salvare i quattro tribunali d’Abruzzo in pericolo di soppressione. La scena sarà quella del Consiglio regionale, domani pomeriggio all’Aquila, ma è da prevedere che non ci sarà aria di contesa: non varrà il motto “mors tua, vita mea”, perchè sembra che le città nelle quali hanno sede i tribunali in pericolo (Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto) abbiano intenzione di alzare di molto il tiro e di proiettare i colpi su altri obiettivi. Per esempio, è delle ultime ora la posizione di Lanciano, che ha chiesto la soppressione del tribunale di Chieti, vista la vicinanza con quello di Pescara. Questo consentirebbe di attribuirsi grande parte del territorio di Chieti e, quindi, acquisire quelle dimensioni che potrebbero allineare statistiche e personale allo schema voluto dalla proposta di legge. Conseguenza immediata è stata la posizione, assunta dagli ambienti giudiziari di Chieti, contro la riforma.

Potrebbe anche essere la volta di Avezzano e Sulmona, che non si comprende perchè dovrebbero essere sacrificate a beneficio di un tribunale, come quello dell’Aquila, che reca un numero inferiore di iscrizioni delle cause, soprattutto di quelle penali: non era quello della statistica il criterio che si dice debba animare la riforma delle circoscrizioni giudiziarie?

Dunque, il dibattito valica i confini angusti delle conferenze di giuristi e arriva al livello più alto delle istanze politiche regionali: merito dei “Verdi”, che hanno presentato una mozione (a proposito: le altre forze politiche dove stanno? Sono… silenziate?). Occasione forse irripetibile per suggerire al legislatore se e dove ricavare i necessari risparmi di risorse per la Giustizia.

E in questo Sulmona deve rappresentare al “governatore” Gianni Chiodi il suo ruolo: tenere uniti al territorio abruzzese le popolazioni dell’Alto Sangro, perchè è certo che se da Castel di Sangro o da Roccaraso o da Pescasseroli si dovesse intraprendere un viaggio di 250 chilometri tra andata e ritorno per una causa all’Aquila, è certo che quelle cittadine non esiterebbero a passare al circondario di Isernia, come hanno già chiesto qualche anno fa.

Sull’argomento, i servizi: “Per una giustizia più rapida” e “Riforme della giustizia, per ora possono bastare” nella sezione “Attualità” di questo sito.

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