PAGELLE PER POLITICI DA LEGNINI A MARCOZZI. CON UNA ECCEZIONE
31 DICEMBRE 2018 – Mentre stiamo per salutare il 2018, adempiamo all’obbligo dei giornali seri di scrivere un consuntivo dell’anno, che serva da ricordo dei profili più rilevanti, quelli che faranno ricordare i dodici mesi per le loro caratteristiche principali; insomma quelli che faranno la differenza.
L’UOMO DELLE ISTITUZIONI– E’ stato l’anno di Giovanni Legnini, sicuramente. Ha dovuto fare la sua scelta, proprio negli ultimi giorni del 2018 e potremmo dire che questo è stato giusto l’artificio più esplosivo (non nel senso del fuoco; proprio nel senso di cosa artificiosa, innaturale). Un uomo che deve tutto al suo partito, che si chiamasse PCI o PD, grazie al quale è diventato anche vice-presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, si presenta alle elezioni regionali senza il simbolo del partito al quale deve tutto, quasi fosse il segno che distingueva gli appestati. Agli slogans consueti della sinistra per la rimozione delle differenze sociali e per la valorizzazione del lavoro, ha preferito la definizione “uomo delle istituzioni” che, alla luce di quello che ha fatto per chiudere i quattro tribunali non provinciali d’Abruzzo (votando una legge nel 2011) e di quello che non ha fatto per impedire la chiusura di punti nascite e uffici statali e regionali dovrebbe aggiungere un aggettivo alle istituzioni: “soppresse”. Voto 2
LA DONNA DELLE DIMISSIONI – Scossa da una ennesima lite della sua maggioranza, si indigna al punto tale da presentare le dimissioni da sindaca senza consultarsi con gli altri partiti. Sembra l’uscita definitiva da Palazzo San Francesco, ma nei successivi venti giorni, nonostante non pervengano segnali di ripensamento dei consiglieri ribelli, le ritira (v. “Schettina torna sulla nave”) , preparando l’humus per i successivi litigi della sua maggioranza e per un ambiente che sembra dominato dai veleni più fetidi, peggio di quelli che D’Alfonso ha fatto interrare dal porto di Pescara all’impianto di rifiuti di Noce Mattei. Voto 4
L’UOMO DELLE IMMISSIONI – Il “governatore” dell’Abruzzo Luciano D’Alfonsosi è valso della facoltà della Regione di destinare una quota di veleni nella discarica di Noce Mattei a Sulmona e non ha posto tempo al tempo (vedi sopra). Incensato da una stampa ossequiosa per anni, ha perso il termometro della sua popolarità ed ha creduto di fare il ministro non appena avesse lasciato la poltrona di governatore. Ha pensato anche che i tempi potesse dettarli lui, ma è stato costretto dalla giunta per le elezioni del Senato a esprimere l’opzione tra il laticlavio e la permanenza all’emiciclo. Con i suoi rinvii ha tenuto la volata a Legnini che doveva finire il mandato al CSM a settembre prima di candidarsi alla Regione; con lui, quindi, è responsabile di elezioni regionali che si terranno sotto la neve. E si faceva chiamare Big Luciano… Voto 4
LA DONNA DELLE OMISSIONI – Candidata alla Regione per i 5Stelle; due anni fa le chiedemmo di farci sapere l’elenco della pappatoria agli organi di stampa foraggiati pubblicamente; così, tanto per sapere perché si costituiscono tutti in associazione e prendono soldi senza vendere un giornale. Stiamo ancora aspettando. In compenso, Marcozzi per le battaglie fatte sulla autostrada che D’Alfonso volevano deviare dalla Valle Peligna, raggiunge più della sufficienza. Voto 7
L’UOMO DELLE DEVIAZIONI – Poteva legare il suo nome ad un rinnovamento effettivo della rete ferroviaria in Abruzzo, che è tra le più decrepite. Ma Maurizio Gentile, ad di RTI, ha solo inaugurato una stazione che sarà tagliata fuori dall’asse L’Aquila-Pescara (che sarà poi quello Roma-Pescara con il transito a Poggio Mirteto e L’Aquila) con la deviazione di Santa Rufina. Prima di pensionarsi si può rifare e, quindi, voto sospeso.
L’UOMO DELL’ANNO – E’ certamente la persona che ha preso con massimo stile l’attenzione rivoltagli da “Il Vaschione” con varie foto di schiena. Il lettore potrà immaginare con quale emozione un redattore del giornale più critico d’Abruzzo trascorrerà le ultime ore dell’anno in un veglione con lui, il misterioso “arbiter elegantiarum”, che dire di spirito vuol dire poco. Gli altri debbono rinascere dieci volte prima di raggiungere la sua statura. Il veglione lo racconteremo nel numero di domani. Voto 10