Bella e dannata (dalle tasse)

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DESTINO CONSOLIDATO PER SULMONA IN ABRUZZO E IN ITALIA, MA SI SPERA SUL “FREE D’ALFONSO DAY”

9 MAGGIO 2016 – Non è stato un errore nei calcoli e la Confederazione nazionale dell’artigianato torna sulla classifica dei comuni più tartassati d’Italia,

che in Abruzzo vede al primo posto Sulmona, con circa il 65% del prelievo: molto di più dello stesso capoluogo di regione, che si ferma al 58%. Poi l’organizzazione di rappresentanza degli artigiani si diffonde in esempi circa il giorno della liberazione dalle tasse . Il “free tax day” è fittiziamente la data dalla quale liberi professionisti, commercianti ed artigiani cominciano a guadagnare per sé stessi: ormai siamo tutti abbondantemente in agosto, vale a dire che per circa otto mesi si lavora per la pubblica amministrazione. E Sulmona introduce settembre.

Al riguardo, si può contare poco sui programmi dei candidati sindaci alle elezioni di giugno: ormai il deficit della macchina amministrativa è talmente grave che anche il miglior sindaco dovrebbe a sua volta… lavorare per tutto il mandato quinquennale e in parte per il successivo se volesse ridurre adeguatamente questa morsa sui lavoratori autonomi. E si può essere certi che, se lavorasse nell’unica direzione utile, cioè tagliando le spese, non avrebbe il consenso sufficiente a fare il sindaco per il quinquennio successivo. Dunque, ci si può aspettare che, in una città nella quale il bilancio comunale è stato approvato considerando come incassate le sanzioni per l’ingresso ai varchi automobilistici dell’isola pedonale prima che il giudice si pronunciasse sulle opposizioni, sarà impossibile far quadrare i futuri bilanci eliminando gli sprechi. Lo spaventoso giro di privilegi e aspettative consolidate porterà a soffocare tutte le iniziative pur volenterose di un Quintino Sella a Palazzo San Francesco.

Poi c’è da mettere in conto la mentalità stracciona che incentiva questi sperperi: finanche gli operatori “culturali” non scrivono un programma prima che non sia approvata una legge (a livello nazionale) o una delibera di impegno di spesa, di modo che, per tutta risposta e per conquistare i voti dei parassiti dei bimillenari, le senatrici Pelino e Pezzopane hanno fatto a gara per presentare le proposte di legge su Ovidio: otto milioni l’una, dieci l’altra. Non osiamo immaginare il “tetto” di una proposta socialista se ci dovrà essere; infatti, quel partito in genere andava a percentuali e potrebbe raccordarle al pil dell’Impero romano.

In questo desolante panorama, che Sulmona stia al 26° o al 40° posto delle città più tartassate d’Italia non dovrebbe meravigliare nessuno: semmai dovrebbe giustificare qualche fischio in più a personaggi della pubblica amministrazione come Luciano D’Alfonso, che si presenta in città per sottrarre quello che c’è ancora in quanto a servizi (sanità, collegamenti ferroviari e stradali, etc.). Dovrebbe essere inaugurato a Sulmona il “free D’Alfonso day” e fissare d’imperio la data del I gennaio, così lui si scorda di Sulmona per tutto l’anno e Sulmona di lui. Del resto, chi paga  ha diritto ad una prestazione: in questo caso ad erigere una barriera verso i politici migranti, che non sia al Brennero, ma in località Tremonti tra Popoli e Bussi.

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