DAI NASTRI TAGLIATI PER OPERE FARAONICHE NEI TEMPI DEL BLU DIPINTO DI BLU ALLE COSUCCE DEI DEMOCRISTIANI RICICLATI
13 GENNAIO 2016 – Narrano le cronache che il presidente della giunta regionale, Luciano D’Alfonso, ha inaugurato oggi
il sottopasso della stazione ferroviaria di Torre de’ Passeri. Si poteva pensare che il D’Alfonso avesse toccato il massimo del paradossale inaugurando la demolizione dell’ex deposito COFA a Pescara; e invece c’era qualcosa di ancora più basso per un presidente di giunta, qualcosa di sotterraneo.
Dai tempi nei quali un presidente della Repubblica inaugurava una intera autostrada (la A14) percorrendola per centinaia di chilometri a bordo della “Flaminia” decappottata (eravamo nel 1972, poco più di un decennio dopo che una nazione aveva cantato “Nel blu dipinto di blu”, con tutto quello che di speranza e gioia di vivere emanava Domenico Modugno) ai tempi nei quali il rappresentante di una Regione piena di problemi taglia un nastro tricolore per quindici o venti metri di un passaggetto sembra passata un’era glaciale: una ventina di viadotti da capogiro quelli che percorse Giovanni Leone e una cinquantina di gallerie giustificavano l’uso del tricolore; motivavano anche la grancassa. Oggi la grancassa c’era ancora (quella del TG3 regione che suona sempre scodinzolando a D’Alfonso), ma era accompagnata dalla speranza che D’Alfonso, dopo l’inaugurazione, non lasciasse più il sottopassaggio: lo elevasse a sua stabile residenza, come in un bunker a dare disposizioni per la sua guerra personale contro Sulmona e la Valle Peligna, alle quali sottrae ferrovie e strade e affibbia un assessore che tra poco sarà segnalato a “Chi l’ha visto?” per essere sparito dalla scena politica dopo la stessa designazione ad assessore. Come è andata l’esperienza politica di Big Luciano e di Andrea Gerosolimo? Da sotterrarsi: anzi da inaugurare un sottopassaggio…