FRANCO IEZZI SCATENA LO SCIOPERO DI GUFI E CIVETTE

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PREVEDE LO SVILUPPO DEL PARCO COME AVEVA PREVISTO LO SVILUPPO DEL NUCLEO INDUSTRIALE

 15 MAGGIO 2013 – Le interviste stucchevoli fanno male anche a chi le rilascia: non sono soltanto i giornalisti adoranti a lasciare una immagine un tantino opaca.

E se Franco Iezzi voleva rimediare alla scivolata dell’altra settimana quando ha detto che Ovidio aveva ripreso i suggerimenti estetici dal medico Galeno sbagliando non di qualche anno, ma di più di un secolo, ha ottenuto l’effetto opposto concedendosi a Onda Tv. A parte il fatto che sembrava parlasse da una poltrona infestata di pulci, tanti e tali erano i tremori di gambe e di stomaco e le contorsioni di braccia e di mani (andate a rivedere “Diario di bordo” e scriveteci se non è vero), almeno una decina di volte si è interrotto da solo non avendo un giornalista che lo interrompeva ed ha ripreso il periodo quando stava per finirlo e per finirci tutti quanti noi scettici esaminatori delle sue tesi.

Con le abbondanti iniezioni di sicumera che gli venivano dal miele, sparso a vasetti, delle domande alle quali in genere si risponde “La ringrazio per questa domanda che mi dà l’opportunità di sottolineare che…”, è arrivato a dire, lasciando la modestia ai fessi, di essere più credibile di altri se, proprio lui che ha dato impulso ed ha creduto nella scelta diversa per la Valle Peligna   (scelta industriale, traduciamo per il colto e l’inclita; e del resto “chi mi conosce sa…”, ha detto come dicono tutti quelli che sanno di essere già riportati nella Treccani), ora crede nel futuro verde del Parco Nazionale della Majella (che presiede) e di tutto il centro-Abruzzo.

L’ora della trasmissione era ancora buona perchè gufi e civette del Parco proclamassero una notte di astensione. Infatti, il Presidente ha avocato a sé le loro funzioni quando si è sbilanciato a fare previsioni per il Parco sulla scorta di quello che è accaduto per il Nucleo. “Se son rose fioriranno, ma se la prospettiva è quella uguale al decollo industriale di Sulmona, ci possiamo aspettare, in termini naturalistici, una bufera delle ultime scorie di Chernobyl che lasceranno i cani a sei zampe come quelli dell’Agip” hanno osservato gli animali più saggi, che si sono visti respingere due settimane fa la richiesta di passare in blocco al Parco Nazionale d’Abruzzo, per una questione di competenza sulla quale hanno tempo trenta giorni per proporre ricorso.

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