LA COMMENSALE PESANTE

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FANTASIE DI BAMBINO E REALTA’ CHE LE SUPERA

30 DICEMBRE 2023 – Per un bambino alle prime armi con la sintassi “La vecchia pesa” era una proposizione, con articolo, soggetto e verbo: il riferimento ad una donna anziana e aggravata dagli anni, del resto nell’epoca di massimo fulgore delle “donne sfasciate” del Maestro Italo Picini. Quando la strada statale 17 rimaneva il massimo collegamento tra il Brennero e Napoli e non c’era ancora l’Autostrada del Sole, il distributore con annessa trattoria fatta di una sola stanza aveva già perso, se mai l’avesse avuto, lo strumento per pesare i camion della legna appena tagliata da boschi estesi e generosi, oppure le pecore in vista della transumanza motorizzata.

Due donne di Picini

Quindi la fantasia dello scolaro era ancora più libera di spaziare nell’interpretazione dell’insegna e nella considerazione che, dove la guerra aveva cessato i suoi effetti, gli esseri umani erano propensi ad allargarsi, ad assestarsi; qualcuno ci aveva messo lo zampino, quando avrebbe potuto, invece, chiamare la trattoria “Alla vecchia pesa”, come da che mondo è mondo si chiamavano “Al leon d’oro” da Udine a Napoli. Della pesa, se fosse stata vecchia o recente, non c’era traccia neppure a guardare dall’alto, dalle Toppe del Tesoro che negli anni Sessanta segnavano il massimo dell’imprenditoria turistica, l’apice dell’Aremogna che prendeva il suo nome forse da radice germanica; assai vicine in linea d’aria, ma ancora più alte del Paradiso, almeno di quello gestito da Gabriele Arduini.

Non era molto affollata la trattoriola, ma già contribuiva da tempo alla fama dei posti dove si fermavano i camionisti, anche quelli ormai liberati dall’obbligo di controllare il carico che portavano. Aveva il fascino del rifugio dalle bufere, del silenzio ovattato, nelle giornate della maggior crudelitas della natura interrotto solo dal sibilo delle faggete. In quei momenti era facile perdersi sull’Altopiano: l’imperversare di neve e ghiaccio era capace di immobilizzare uomini e macchine nel tempo tra le fettuccine e una carne arrosto,  prima che Alfonso Ricci e Aurelio Pensa e gli altri tosti della Polstrada giungessero a soccorrere.

Il Piano delle Cinque Miglia dopo una nevicata. In fondo le faggete scosse dalle bufere e, a destra, la curva dopo la Vecchia Pesa

La denominazione della trattoria ha… pesato tanto che ha finito con il prevalere sul distributore ed è un caso raro di una benzina senza ambizione di concorrenza con le Sette Sorelle, di vendita  senza fidelizzazione a suon di punti e regali.

Mai la fantasia di un bambino avrebbe potuto vedere il cane a sei zampe (già di per sè straniante) dell’AGIP, Azienda Generale Italiana Petroli, in uno strumento doganale. La realtà a volte è più infantile dell’immaginazione, se i ravioli con la ricotta di pecora tirano di più del gasolio, o l’agnello alle erbe più del verde della benzina fintamente ecologica o la crostata alle mele più di un cambio dell’olio ; insomma se le tentazioni di questo posto ai confini del mondo invitano all’indugio sul cibo, al violare le diete. Se, quindi, si avvera che la snella sciatrice degli anni andati si alzi da tavola appesantita, cioè se la vecchia pesa, il cerchio si chiude sulle fantasticherie di uno scolaro alle prime armi con la sintassi.

Nella foto del titolo il nome di una… nuova benzina sull’Altopiano delle Cinque miglia trafficato da camionisti

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