La Giustizia senza computer: tanto in tribunale non si va per scelta

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Al contrario dei conduttori televisivi, tengono a far conoscere le loro retribuzioni: 1.600 o 1.700 euro al mese anche per ruoli di responsabilità. I cancellieri del Tribunale di Sulmona hanno potuto parlare solo per un’ora, cioè quanto è durata

una assemblea alla quale hanno invitato tutti i magistrati, gli avvocati, la stampa; subito dopo, le udienze dovevano riprendere. Oltre quel tempo non si poteva andare, anche se c’era molto da dire e da predire. Per esempio, si può prevedere, con largo margine di probabilità di non sbagliare, che il servizio reso ai cittadini sarà peggiore per il futuro imminente : “I tagli andranno a colpire ancora di più le risorse – dichiara in apertura una infervorata dott.ssa Ivana Giardino, rappresentante sindacale della CGIL – e chi trova inadeguata la risposta dell’apparato giudiziario già da adesso non potrà che considerare la differenza in peggio”.

Il problema di fondo, lo percepiscono tutti, è che la Giustizia non è una azienda: non offre un servizio con criteri di concorrenza e selezione da parte dell’utente. Davanti al Giudice si va non per scelta, ma, lo dice il linguaggio comune, vi si è… trascinati. Vi si può trovare di tutto: dal colpo di fortuna di uscirne presto con minimo danno, alla regola di dover passare fasi e gradi di cause che accompagnano una o due generazioni. Non è questione solo di tempi: talvolta l’apparato è fin troppo celere. Si può subire una detenzione cautelare (in attesa di giudizio, cioè) prima di conoscere esattamente quali sono le prove, eppure si può rimanere in attesa della eredità della lontana zia e non beneficiarne perchè posseduta da un usurpatore. E dista mille miglia la Giustizia dagli altri settori dei “servizi”, perchè la richiesta non diminuisce se il prodotto non soddisfa. Chiedere giustizia è parte stessa del vivere civile; forse è una aspirazione direttamente proporzionata al livello etico di una società, se per lo più non si rivolgono al giudice quelli che hanno altri mezzi per conseguire i loro scopi, siano essi fuorilegge o partecipanti dei “poteri forti”, quelli che non hanno bisogno di nessun ufficiale giudiziario. Per questo i tribunali ci saranno sempre, come gli altari: rappresenteranno, quanto meno, una aspirazione o uno spauracchio. “Dal dì che nozze e tribunali ed are diero alle umane belve esser pietose di se stesse e d’altrui” scriveva qualche anno fa Ugo Foscolo.

Il problema di oggi, di questa assemblea, è che una società ha bisogno di risposte, non di rinvii. Il Tribunale di Sulmona ha raddoppiato il numero di sentenze depositate nel 2009 rispetto al 2008, ma non basta, perchè le statistiche dicono che quando c’è un accenno di ripresa nelle “risposte” si rinfocola la speranza degli “utenti” o degli “operatori” per altri casi che potrebbero ricevere una soluzione. E il contenzioso aumenta, invece di diminuire.

Non fa sconti a se stesso il Presidente del Tribunale, dott. Antonio Gagliardi, che esprime tutto il rammarico ed il proprio disagio per i casi nei quali non sente di fornire una risposta all’altezza delle aspettative: “Sono senza armi quando i cancellieri, che a Sulmona di certo non sono fannulloni, mi riferiscono che non si possono neppure iscrivere le cause o consultare il ruolo di udienza perchè non funziona il sistema informativo”.

Faticosamente la Giardino cerca di convincere  giudici e avvocati che nessuna azienda riduce la spesa se deve aumentare l’efficienza del servizio. Applausi ne riceve, ma la denuncia, con abbondante corredo di cifre, rimarrà ancora tra i quattro muri dell’aula 3 del palazzo di Piazza Capograssi. Interviene il sostituto della Procura, dott.ssa Aura Scarsella, per dire che lo spirito di sacrificio è giusto ed encomiabile, ma è anche l’anticamera per pensare di risolvere tutto con il volontariato. “Sarebbe uno sbaglio grosso. E’ invece indispensabile che i cittadini conoscano le difficoltà che si incontrano in questo apparato pubblico. E’ indispensabile che si formi o che si conservi una attenzione specifica per le cause che producono il disservizio”. Anche il controllo è una virtù civica che va esercitata sempre e che è faticosa.

Un esempio ? Lo aveva citato proprio la sindacalista in apertura: “Da qualche settimana siamo privi del sistema informatico, ma non sappiamo neanche quando sarà ripristinato. E sfido chiunque a dire quanti utenti, quanti cittadini di Sulmona conoscono questo problema cruciale per il lavoro di tutti i giorni”.

In una banca sarebbe ipotizzabile che l’informatica andasse in tilt per settimane? E allora qual è l’ “azienda” che si dice di voler allestire nelle aule di tribunale ? 

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