LA SINDACA SI INFURIA MA NON SPIEGA LA SCELTA A FAVORE DEI PRIVATI

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CASINI RISPONDE A “FRATELLI D’ITALIA” PASSANDO ALLE OFFESE PERSONALISORPRENDENTE LA POSIZIONE DI ANTONELLA DI NINO

23 APRILE 2020 – La sindaca di Sulmona risponde a “Fratelli d’Italia” sulla mobilitazione per “Villa Gioia” e apre manifestando la sua “nostalgia della signorina Rottenmeier, quella signorina che si erigeva a paladina dell’ospedale di Sulmona, a ultimo baluardo in difesa del presidio sanitario, quella che o si fa l’ospedale di primo livello o siamo pronti alla guerra, atteggiamento immediatamente abbandonato insieme al suo taciturno capogruppo, per mettersi a fianco di chi quel territorio sta avversando”, aggiungendo che “queste sono battaglie utili in tempo di opposizione, quando l’opposizione sa mettere in scena solo rappresentazioni teatrali. Ci vuole una bella faccia tosta o una cieca sudditanza politica per passare sopra agli interessi del territorio e rimproverare il sindaco di Sulmona per aver rivendicato il sacrosanto diritto di veder potenziati i servizi  per i nostri malati Covid. Ora sono orgogliosamente al fianco della loro Fratelli d’Italia e poco importa se l’Abruzzo è tra le peggiori regioni d’Italia sull’emergenza Covid. Assenti da tutto e colpevolmente in silenzio da quasi 2 mesi: dove stavano loro quando i sindaci del Centro Abruzzo affrontavano coralmente l’emergenza e in prima linea, a fianco ai cittadinisoprattutto quelli colpiti dal virus?  Ora comprendo il motivo per cui la signorina Rottenmeier, cambiando idea in sede di conferenza di capigruppo, insieme al suo sodale, si è rifiutata di sottoscrivere la nota a difesa del nostro ospedale. Hanno scelto un comodo e protetto ruolo defilato teso ad alimentare sterili polemiche per salvaguardare interessi di palazzo. Poco importa se il loro partito ha calpestato la dignità di quei cittadini della Valle Peligna colpiti dal virus a cui è stato impedito di trascorrere la convalescenza sul proprio territorio confinati nell’Hotel Cristallo ad Assergi a mezz’ora dall’Aquila. Devo dedurre che, autoconfinati in quarantena, hanno perso la cognizione spazio temporale e non sanno che i nostri concittadini alloggiano in un luogo a circa 4 km da Campo Imperatore e a più di mezz’ora dall’ospedale aquilano senza sorveglianza sanitaria.Questa pandemia sta facendo capire anche che per gestire al meglio l’emergenza, che purtroppo ci accompagnerà ancora per mesi, occorrerà tutelare la salute pubblica sul territorio dove serviranno strutture come Villa Gioia, per isolare e gestire il contagio, e potenziare i servizi territoriali di prossimità per evitare che il virus non arrivi in ospedale. Mentre la Regione sta distribuendo soldi a pioggia per la sanità, continuando a concentrare risorse a L’Aquila e Pescara, sta dimenticando territori come l’Alto Sangro, la Valle Peligna e Subequana e la Marsica, dove invece vanno rinforzati i presidi di salute pubblica.E’  veramente incredibile il modo di offendere la compattezza, l’orgoglio, la forza, il coraggio e la solidarietà di 20 sindaci che, a differenza loro, non hanno avuto paura di metterci la faccia e manifestare la loro coerenza a difesa del nostro territorio e proprio di quei servizi che oggi possono tutelare la salute dei cittadini. Sindaci di un intero Centro Abruzzo che si sono uniti sin dall’inizio di questa emergenza per affrontarla insieme, offrire sostegno ai cittadini e dare forza ad un azione comune per rivendicare uniti un riequilibrio territoriale e servizi per la comunità. Lascio ai cittadini giudicare chi sta facendo la brutta figura”.

Sotto il profilo del metodo, sarebbe opportuno che quando un sindaco, in tempo di emergenza, risponde ad una forza di opposizione, lo facesse in termini chiari, possibilmente indicando nome o soltanto cognome degli antagonisti e non costringendo gli interpreti (tra i quali ci annoveriamo) a fare delle supposizioni. La polemica condotta nel modo nel quale la conduce Annamaria Casini potrà appagare esigenze dovute al risentimento personale, ma non contribuisce a fare chiarezza. Non dovrebbe dimenticare, la sindaca, che sta parlando il rappresentante della città e non lo sta facendo in una cantina, ma in canali istituzionali, che nel tempo di pandemia non possono essere intasati da allusioni, più o meno calzanti. Quando ci avrà detto chi intenda per “signorina Rottenmeier” potremo esaminare anche nel merito questa sua risposta.

Già da adesso a persone disinteressate ed equidistanti (quali ci riteniamo, posto che non lesiniamo critiche a “Fratelli d’Italia“), sembra che la sindaca, accalorata come sempre quando qualcuno la critica, non abbia risposto sul tema principale: se, cioè sia stato giusto che, invece di proporre una soluzione che si valesse di una struttura pubblica, come tale gratuita nell’uso, abbia coltivato con ostinazione una opzione privata. Invece di ribattere a questa censura scegliendo una delle tante disponibilità del patrimonio edilizio comunale per togliere qualsiasi appiglio ai molto picciosi aquilani, passa alla diffamazione dei “Fratelli d’Italia”, usando il titolo “DA PALADINI DELLA SANITÀ PELIGNA A SERVI DI PALAZZO IL PASSO È BREVE” e non potendo abbandonare l’aula consiliare come ha fatto per tre volte negli ultimi consigli comunali, incapace com’è di governare la rabbia che la infiamma ogni volta che viene criticata.

Quanto ai sindaci che hanno firmato, nessuno di loro spiega perchè mai i fondi della Protezione civile dovrebbero andare ai privati; quesito che domani un qualsiasi giudice potrebbe riformulare in termini certamente più articolati di quanto abbiano fatto “Fratelli d’Italia”, ma sostanzialmente equivalenti. E a loro s’è da chiedere se hanno un approccio diverso in materia di gestione della cosa pubblica rispetto alla sindaca Casini che si vede bocciati i propri provvedimenti dal TAR e seguita imperterrita a disamministrare; oppure che si vede condannato il Comune a bonificare d’urgenza il suo Palazzo Mazara e a pagare una sanzione giornaliera per la violazione dell’ordine del giudice (e ormai siamo a sei mesi di arretrato che non è escluso sarà addebitato alla stessa sindaca). Magari non a tutti questa domanda scompiglierà un sopracciglio, ma, per esempio, dalla sindaca Forzista di Pratola Peligna una risposta la chiediamo, visto che per sostenere lo strano capriccio di Annamaria Casini ha valicato il confine che dovrebbe marcare la differenza tra chi si fa eleggere con i propri voti e chi si fa imporre ad elettori che neanche la conoscono. Dopo aver varcato questo confine fondamentale in politica, Antonella Di Nino entra a far parte dei 20 che fanno proclamare alla Casini di stare dalla parte giusta nella difesa del territorio. E sono soddisfazioni.

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