NoTav sulla Sulmona-Carpinone: un’idea

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7_2_2012_treno_stazione_con_neve6 MARZO 2012 – Per un pomeriggio hanno vinto i “No Tav” della Campobasso-Sulmona. Senza blocchi stradali, senza arrampicarsi.

Un treno con due locomotori diesel dell’anteguerra è più suadente di tutte le conferenze di sindaci della Val Susa: riesce a convincere che

il contatto con la natura si conserva con un finestrino aperto e con tanta aria che entra dalle “cento porte”, sui vagoni di durissimo legno dove si sentivano fino a qualche decennio fa il forte odore di lucido e grasso dei militari e quello dei panini dei pendolari. Un’ora e mezzo da Castel di Sangro a Sulmona: roba da mandare in frantumi qualsiasi economia nell’era della globalizzazione. Ma, al tempo stesso, da richiamare frotte di turisti che vogliono vivere l’esperienza non virtuale del convoglio che incontra ancora gli orsi (e purtroppo ogni tanto li travolge) oppure taglia praterie cosparse di mucche placide. Fin qui l’aspetto romantico.  

Il sindaco Fabio Federico, invece, nelle dichiarazioni che ha reso a “Tele Molise”, ma anche a diverse emittenti della zona, ha lanciato l’ultimo grido di allarme, quando ormai la linea ferroviaria Sulmona-Carpinone è chiusa da mesi; stavolta sul serio, non come 25 anni fa, non come 10 anni fa. Federico spera che i soldi per spingere i treni su quella “transiberiana degli Appennini” (come l’ha ribattezzata il club “Le Rotaie” di Isernia) li possa trovare l’Europa, più che la Regione Abruzzo. E non tanto perchè i binari di questa fascinosa tratta non abbiano raccolto proseliti tra gli Abruzzesi, quanto perchè i progetti che possono rilanciare le aree depresse (tra Abruzzo e Molise siamo a livelli stratosferici in fatto di disoccupazione) possono attingere solo a casse ben munite e a linee programmatiche consolidate. Sarà difficile, perchè il declino è stato lento e irreversibile: basti considerare che dopo 150 anni, in proporzione, il Sud ha meno chilometri di ferrovia rispetto al Nord (effetto del federalismo?) come riporta Pino Aprile nel suo “Giù al Sud”, pubblicato in ottobre.

Ora la prima telefonata sarà per il sindaco di Campobasso, visto che i contatti sono stati intrapresi da quei cinquecento volenterosi dell’Appennino che domenica sono andati a far visita alla locomotiva de “La vita è bella”, al deposito di Sulmona. Si tratterà di rifare qualche ponte, aggiustare qualche traversina.  Rigorosamente saranno evitati tunnel che rendono tutto troppo veloce e, come si dice adesso, con scarsa visibilità.

Nella foto: un treno in sosta alla stazione di Sulmona durante le recenti nevicate. Neanche sulla Roma-Pescara si sono potuti introdurre mezzi veloci a causa del tragitto tortuoso e delle pendenze della linea.

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