“L’ATTENTISSIMA”: INDAGINE PROFONDA DI TERESA DE SIO NELLE ANSIE DI REALIZZAZIONE
22 APRILE 2017 – Teresa De Sio alla domanda se fosse stata mai a Sulmona ha risposto “Non che mi ricordi negli ultimi dieci anni”.
Dipenderà dal fatto che Roccaraso è considerato l’ultimo quartiere di Napoli e poi c’è il Piano delle Cinque Miglia dove la napoletanità si ferma.
A Roccaraso, in un albergo, Teresa De Sio ha collocato una scena del libro forse il migliore dei suoi (ha scritto, ha scritto, anche se tutti la conoscono per quello che canta…): la dolorosa narrazione di un abuso di un adolescente per segnare il punto di partenza di un faticoso cammino verso la vera identità personale, con molte tracce che sono riconoscibili solo da un lettore intelligente, o forse almeno attento, attentissimo, per non perdersi nei sottintesi, nelle scene lasciate a metà. Attento almeno quanto il protagonista, che poi diventa la protagonista (“L’attentissima”, EINAUDI, 2015 pagine 1-232, euro 18,00); ma ne fa di strada nel dolore, senza mai perdere la speranza, come si addice ad un piccolo “homo faber fortunae suae” (e non c’è l’equivalente per designare la donna che costruisce il suo destino).
Costituisce un polo inevitabile nell’immaginario napoletano la Roccaraso dei giorni spensierati; e più in là c’è una terra che non è più la città di Napoli, un limite che è inutile varcare per scoprire di cosa sono fatte le storie napoletane. Forse per questo, se ci si capita, non resta impressa: appartiene già ad una propaggine della nuova capitale.