SE OVIDIO AVESSE SAPUTO DEL CROCEFISSO…

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SPIRITUALITA’ SOTTO LA STATUA DEL FERRARI AL SOLE DELLA PRIMA MATTINA: L’ESEMPIO DI ERCOLE CHE TORNA AL PADRE DOPO AVER COMPIUTO LA MISSIONE IN TERRA, ANTICIPO DI QUALCHE ANNO DEL GOLGOTA

30 AGOSTO 2024 – E’ pensosa questa suora; non meno di quanto sia pensoso Ovidio nella statua del Ferrari in Piazza XX Settembre, davanti alla quale la sorella passa, mentre dall’immagine risalta il crocefisso. Qualcuno a corto di argomenti potrebbe dettare una didascalia senz’anima: “Sacro e profano”. E invece, come i lettori del “Vaschione” sanno, Ovidio è il più grande autore tra i letterati che scrissero di cose sacre ai tempi nei quali Augusto si accingeva a “ricevere una città fatta di legno per restituirla fatta di marmi” (come l’Ottaviano scrisse di sè). Basta leggere quello che dice Giove a Ercole nelle Metamorfosi per comprendere quanto il Sulmonese anticipasse i contenuti della missione del Cristo in terra prima di essere richiamato dal Padre in cielo. E di quel crocefisso Publio Ovidio Nasone forse avrebbe cantato la storia e la tragedia se fosse vissuto solo quindici anni di più…

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