UNO PER UNO CONTROLLATI I FUSTI DELLE PIANTE CHE SECONDO IL COMUNE COSTITUIVANO INSIDIA PER LA SICUREZZA PUBBLICA – BERARDI VA ALLA GUERRA CON IL LATINORUM E INCAPPA IN QUALCUNO CHE CONOSCE MEGLIO IL LATINO
31 AGOSTO 2024 – Non è proprio vero che tutti gli alberi tagliati in Piazza Garibaldi costituissero pericolo per l’incolumità pubblica. Solo qualcuno, che oggettivamente era marcio, doveva essere abbattuto e degli altri si poteva discutere nella riunione in municipio.
Sulle affermazioni del vice-sindaco Sergio Berardi Mario Pizzola puntualizza stamane:
“Gli amministratori comunali di Sulmona dopo aver ingannato gli ambientalisti, con il loro miserevole trucco della finta riunione in Comune, da alcuni giorni continuano a prendersi gioco dei cittadini diffondendo giustificazioni che non trovano alcun riscontro con la realtà. Il vice sindaco nonché assessore all’ambiente Sergio Berardi continua a ripetere la favola che i 18 alberi in piazza Garibaldi sono stati tagliati perché “pericolosi per la pubblica incolumità”. Evidentemente non ha neppure letto la relazione del tecnico incaricato dal Comune perché in essa, in nessun punto, c’è questa affermazione. E’ semplicemente una invenzione del Comune. Infatti il tecnico, nella sua valutazione biostatica, in una scala di rischio che va da “trascurabile” a “estremo”, inserisce gli alberi che sono stati abbattuti nella categoria di rischio “moderato” per il quale la classificazione adottata dalla Società Italiana di Arboricoltura (sulla quale si è basato il tecnico) esclude che tali piante vadano tagliate, prevedendo per esse solo un “opportuno controllo visivo periodico comunque non superiore a due anni”.
Tuttavia il tecnico, non si sa bene in base a quali elementi, giunge alla conclusione che tutti e 18 gli alberi erano “secchi e senza possibilità di ripresa” e, smentendo clamorosamente la sua stessa valutazione biostatica, afferma incredibilmente che “si consiglia come intervento l’abbattimento”. Il Comune, per far credere ai cittadini che gli alberi abbattuti erano davvero tutti secchi e marci, continua a diffondere artatamente solo le foto che avvalorano la sua tesi. Noi abbiamo fotografato tutti i tronchi degli alberi tagliati e, come si può ben vedere, la situazione è ben diversa da come la descrive il Comune. Va precisato che alcuni tronchi si presentano rovinati in conseguenza delle operazioni di taglio.
Abbiamo sottoposto tutte le 18 foto alla valutazione di qualificati tecnici indipendenti allo scopo di verificare la situazione sanitaria dei tronchi per stabilire la loro vitalità e se le piante fossero in una situazione di precarietà stabile tale da rendere necessario l’abbattimento. Queste sono le loro conclusioni: “Tre piante non mostrano alcun segno di deterioramento del tronco, che si presenta sodo e con assenza di attacco patogeno; l’abbattimento, quindi, è del tutto illegittimo. Nove piante mostrano la presenza di carie fitopatogene al centro del tronco con percentuali variabili dal 10 al 50%; tali valori, però, non determinano la pericolosità della pianta e la sua improvvisa caduta; invece dovrebbero essere adottate misure di controllo periodico, ogni 2 anni, ed effettuati interventi di corretta potatura. Tre piante mostrano l’assenza di porzioni del tronco, variabili dal 25% al 50%, a causa di scortecciamenti profondi o altre cause patogene. Tre trochi sono da attribuirsi a piante secche, cioè esemplari in cui era totalmente assente la vegetazione. Tutte le altre piante presentavano uno sviluppo vegetativo a volte accompagnato da riscoppi di polloni radicali e del tronco, per cui si presentavano vitali, anche che se con chioma spesso difforme, a volte assente su alcune branche e comunque mai assimilabile allo sviluppo naturale del tiglio. La presenza di carie interne è sempre attribuibile allo scorretta potatura adottata nel corso degli anni, paragonabile ad una capitozzatura più o meno avanzata che facilita l’ingresso dei patogeni”.
Questo significa che su 18 piante abbattute ben 12 potevano essere salvate e comunque nessuna costituiva un pericolo per la pubblica incolumità. Quello che si può dire in conclusione è che il Comune di Sulmona, dopo la pessima figura rimediata la primavera scorsa con gli interventi estemporanei e insensati alla villa comunale, continua a provocare danni e a navigare a vista nella cura del verde pubblico. Siamo davvero all’anno zero: basti pensare che Sulmona non ha un censimento del proprio patrimonio arboreo, non ha né un piano né un regolamento del verde pubblico, e non ha neppure un ufficio che si occupi di questo problema. Il tutto è gestito dal settore lavori pubblici, con le conseguenze che sono facilmente immaginabili. Per l’interesse generale è auspicabile che gli amministratori del Comune di Sulmona abbandonino il loro atteggiamento supponente intriso di arroganza e decidano finalmente di dotare la città delle giuste competenze e degli strumenti necessari per la corretta gestione di questo importante comparto per la vita della nostra comunità”.
Con la furbata di segare le piante mentre gli ambientalisti erano convocati a Palazzo San Francesco l’amministrazione comunale ha toccato il punto più basso nelle relazioni con i cittadini. Non è detto che sarà il livello infimo: altri “pacchi” Di Piero, Berardi & C stanno preparando. Ci siamo scordati dei blitz per rifilare centinaia di verbali a chi usciva dalla ZTL a Piazza Tresca invece che a Porta Sant’Antonio? O delle strisce blu un po’ scurite, ma non del tutto cancellate, quali trappole perchè si parcheggiasse per poi rifilare altri verbali? Sono atti che più di un giornalista ha definito “linea dura” ed invece era solo una trappola per accrescere statistiche e casse comunali. Con un minimo di obiettività in più si sarebbe dovuta definire “linea troglodita”.
Ora c’è da auspicare che il vice-sindaco non risponderà agli ambientalisti come ha risposto il sindaco di Corfinio, Romeo Contestabile, quando sono stati tagliati alberi di pino nei pressi della cattedrale: “E dove erano gli ambientalisti ai tempi di Chernobyl?”. Berardi, che è molto più contestabile del sindaco di Corfinio, rischierebbe di innescare una gara al rialzo e potrebbe arrivare, se in questi mesi in giunta è stato contagiato da Gianfracchia Di Piero, a chiedere dove fossero gli ambientalisti quando si perpetrava il fattaccio della mela e del serpente, che poi è stato il primo avvìo al degrado ambientale con la perdita dell’Eden.
Rispondere a Pizzola con gli argomenti della “perfezione geometrica” e del “ruolo della città costruita” o di “Visual Tree Assessment o succhiello di Pressler” è un po’ più complesso, perchè quando ci si nasconde dietro al “latinorum” si rischia di incontrare qualcuno che conosce meglio il vero latino. E possiede anche un cellulare per scattare le foto che proponiamo e che sono inequivocabili.