PUGNO DI FERRO CONTRO I TIGLI, GUANTO DI VELLUTO A RONCISVALLE

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LE MEZZE MISURE E LE MISURE INTERE DI SERGIO BERARDI CHE SI FA TORNARE LA FAVELLA DOPO AVER TACIUTO SULLA METAMORFOSI DI UNA BARACCA IN PALAZZO IN PIENO PARCO PUBBLICO

30 AGOSTO 2024 – Sulla dinamica del taglio di alberi in Piazza Garibaldi interviene il vice-sindaco, arch. Sergio Berardi, per puntualizzare: “Di quale crimine si è macchiata questa Amministrazione Comunale? Quale devastazione ha prodotto nel cuore più significativo del suo ambiente urbano? Conoscere gli alberi vuole dire capire il loro crescere geometricamente perfetto, spirale dopo spirale, i rami angolati rispetto al tronco secondo un disegno specie per specie. Significa comprenderne il ruolo nella città costruita, di partecipazione alla formazione dell’ambiente urbano e alle sue forme. Significa interrogarsi sul loro stato di salute e vigilare sul loro benessere attraverso un’attenta osservazione degli aspetti esteriori e dei sintomi visibili del loro disagio.
“E’ questo quello che questa Amministrazione ha compiuto in maniera opportuna – continua Berardi – , affidandosi all’approccio scientifico, alle diagnosi realizzate con gli strumenti propri dagli specialisti. Si chiamano Visual Tree Assessment o succhiello di Pressler, le metodologie d’indagine adottate per comprendere lo stato di salute delle alberature della nostra città. Dei sessantatre individui di Tilia platyphyllos che circondano Piazza Garibaldi, sono stati riconosciuti solo diciotto esemplari descritti nella relazione del Dott. Filippo Fernandez come secchi e senza possibilità di ripresa e per questo destinati alla sostituzione. Erano esemplari la cui funzione ornamentale era smarrita da tempo mentre erano chiare le propensioni al cedimento con conseguenti livelli di pericolosità per la pubblica incolumità che ne suggerivano l’abbattimento.
“Ciascun esemplare è stato studiato analizzandone le spire profonde, le caratteristiche dentrometriche e valutati nelle condizioni bio-statiche.

Un esame che ha prodotto una accurata relazione specialistica condotta in un intervallo temporale cospicuo e che ha consentito di riconoscere la presenza di cavità all’interno dei tronchi dovute alla presenza di carie di dimensioni tali da comprometterne la vitalità.
“Problemi che – descrive l’agronomo- portano nel tempo alla morte degli alberi e ad un graduale irreversibile peggioramento delle condizioni di sicurezza e che denotano un’azione vitale ormai compromessa. Inoltre quei pochi esemplari apparentemente ancora vitali presentavano anomalie significative come la forte inclinazione del fusto o lo strozzamento del colletto, tali da fare ritenere il fattore di sicurezza molto ridotto.
“Le cavità, e le carie interne ai fusti sono state tutte riscontrate nelle sezioni rivelate dagli abbattimenti e in nessun caso sono state registrate condizioni non previste.

“Come si vede nessuno scempio ma solo unintervento necessario e rigorosamente motivato approvato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, cuiseguirà il reimpianto di nuovi esemplari di tiglio che, con le risorse economiche indicate nella determinadirigenziale del Comune di Sulmona saranno di dimensioni comparabili (altezza e diametro del fusto) in condizioni vegetative “forti” ed in grado di adattarsi all’ambito di riferimento”.

Quindi Berardi all’occorrenza scrive. E si documenta. Ci era sembrato più distaccato sulla questione del palazzo costruito in parco pubblico a Roncisvalle. Nonostante l’argomento fosse stato inserito all’ordine del giorno con congruo anticipo, ha sommessamente detto che non aveva studiato le carte e non toccava a lui studiarle (nella foto del titolo mentre incontra Pizzola al termine della seduta). Un assessore all’urbanistica che non prende posizione su una costruzione un po’ diversa dalla baracca che prima era accanto alla chiesa più nota del Tratturo, dove addirittura era stata istituita dal papa una indulgenza plenaria successiva a quella della Perdonanza (quest’ultima farlocca in quanto soppressa da Bonifacio VIII con l’istituzione dell’Anno Santo) ha un profilo basso e come tale sarebbe autorizzato a conservarlo, visto anche il profilo bassissimo, dal punto di vista politico, di chi ce l’ha messo. Sui tigli, invece, Berardi studia e non si fa trovare impreparato. Parla di “ruolo della città costruita”, laddove evidentemente la città che Zappa va costruendo accanto ai fiumi cittadini pare non sia affar suo. Di una baracca (nella foto sotto) che diventa palazzo esclude l'”attenta osservazione degli aspetti esteriori e dei sintomi visibili” del disagio che arreca. Forse quando passa per la Via del Tratturo si gira dall’altra parte. Vede dei tigli il “loro crescere geometricamente perfetto”, ma non si fa passare le carte della pratica di Santa Maria di Roncisvalle, per riscontrare se dalla baracca al palazzo la crescita è “geometricamente perfetta”. Eppure, senza arrivare alla perfezione geometrica, bastava che ci avesse detto se era urbanisticamente tollerabile e, magari, se non lo era, ci avesse mostrato una “camicia” di delibera o ordinanza per un abbattimento rigoroso almeno quanto quello dei tigli. Berardi si perita di individuare nei tigli “anomalie significative”, ma non ci dice se ci siano anomalie significative se una baracca, fotografata dall’alto ed evidentemente priva di porticati e di uffici o spogliatoi, possa diventare un palazzo di non si sa quanti locali.

Resta sempre ferma la nostra opinione sul ruolo che può rivestire una costruzione nello strafosso tra il mattatoio ed uno dei tanti mulini lungo il Gizio. Ma intanto che c’è un assessore all’urbanistica, per giunta architetto, gradiremmo che spendesse più tempo a studiare i palazzi nei parchi pubblici rispetto a quello che con tanto approfondimento scientifico ha destinato a quattro tigli marci.

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