UN’ALTRA TRACCIA DELL’ISPIRAZIONE NON VIOLENTA DI OVIDIO

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CONFERENZA DI TODINI SULLE CONCLUSIONI DELLE METAMORFOSI

18 GENNAIO 2016 – Di un contenuto politico del quindicesimo libro delle Metamorfosi ha parlato oggi il prof. Umberto Todini in una “Lectura Ovidii” tenuta per iniziativa del Liceo classico nell’aula magna dell’Istituto d’arte “G. Mazara”. La profonda trasformazione alla quale soggiacciono tutte le forme viventi poteva essere considerato il punto di unione della maturazione del poeta peligno rispetto alle determinazioni cui erano giunti altri autori e pensatori dei secoli precedenti, in particolare di Pitagora. Ovidio, quindi, non avrebbe sposato solo l’obbligo morale di non mangiare carne e di non uccidere neanche gli animali (se non per legittima difesa), come del resto si legge chiaramente nell’ultimo libro della sua più grande opera, ma avrebbe esteso la legge della non violenza in tutti gli ambiti del vivere civile.

E’ noto che una corrente di interpreti del riferimento all’”error” (che secondo Ovidio gli avrebbe procurato la relegazione sul Mar Nero) individua nella scelta di preconizzare la continua trasformazione (quindi anche quella dei regni e degli imperi) il contrasto insanabile e non sanato con Augusto.

Nella immagine del titolo l’episodio di Filemone e Bauci, gli anziani che si prodigano per non lasciare due ospiti senza accoglienza, rinunciando anche al loro modesto cibo.

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