ALLA FINE TUTTE QUESTE GIORNATE PARTICOLARI DIVENTERANNO NORMALI

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IL MALVEZZO DI TRASCINARE GLI STUDENTI A SENTIRE I POLITICI: IERI A PESCARA

11 NOVEMBRE 2016 – Il direttore dell’ufficio scolastico regionale dell’Abruzzo, Ernesto Pellecchia, ha dato disposizioni per la partecipazione degli studenti ad un dibattito tra Matteo Renzi e Luca Sofri a Pescara: “in considerazione dell’impegno in orario extracurriculare, ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di presenza”. Cioè, in sostanza, sono stati elargiti crediti formativi, che servono anche alla valutazione degli allievi agli esami di maturità. Hanno protestato in tanti: tra questi Gianni Melilla, Massimo Fedriga e Gian Marco Centinaio, che hanno rivolto interrogazioni al ministro; la Rete nazionale studenti medi, il Collettivo studentesco di Pescara, l’Udu. Intervistato, un docente, Antonio Zimarino del Liceo Scientifico “Da Vinci” di Pescara, dalla parte della cattedra da 25 anni: In tanti anni di carriera una cosa così non l’avevo mai vista. La scuola non ci ha invitati al festival, ma solo all’incontro con Renzi. Per la serie: battiamo le mani, viva il direttore”.

Visto cosa succede a non fermare in tempo insegnanti come Oreste Tolone, che organizzò “Una giornata particolare” (sempre versione studenti) per garantire il tutto esaurito al teatro quando venne Giovanni Legnini a parlare di Costituzione (Giovanni Legnini, mica Valerio Onida o Stefano Rodotà…)? Finisce che si moltiplicano le giornate particolari. Nella penultima, quella del 7 novembre scorso, sempre per l’omaggio da offrire a Giovanni Legnini, si sono incrociati i “crediti” di avvocati e di giornalisti. Così, tanto per viaggiare sul sicuro in quanto a presenze. E quando non c’era il supporto degli studenti in fila per due lungo il Corso e Via De Nino, a sentire Tolone che parlava per sostenere il progetto di ritorno politico di Franco La Civita eravamo in quindici.

E’ l’Italia del Littorio che torna nelle forme e nell’organizzazione degli eventi. Oltre un anno fa a Sulmona; ieri a Pescara, domani un po’ dappertutto, perché la politica, che non ha più seguito, ha paura di mostrarsi con l’uditorio semi-vuoto e, invece, funzionano benissimo i meccanismi di forzata partecipazione per l’aggiornamento dei professionisti; adesso anche degli studenti.

Almeno fino a quando la gente non tornerà a seguire con interesse e passioni i comizi per quello che si potrebbe dire lealmente e non per le truffe verbali alle quali ci ha abituato Matteo Renzi, con gli ottanta euro di elemosina, la riforma della giustizia in tre mesi, il sostegno a Hillary Clinton e il nuovo che, come Trump in America, lui rappresenta per l’Italia, la buona scuola (ecco, appunto, la buona scuola).

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