AUMM AUMM

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STRANA PROCEDURA PER DECIDERE IL SITO DELLA CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO – L’IDEA BALZANA DI UN CASTRO PRETORIO DE NOANTRI

7 MAGGIO 2024 – Il presidente del consiglio comunale ha  convocato la conferenza dei capigruppo per “esaminare e definire l’individuazione del sito ove realizzare la nuova caserma dei vigili del fuoco”. I consiglieri di minoranza Caterina Di Rienzo, Franco Di Rocco, Antonietta La Porta, Teresa Nannarone, Maurizio Proietti e Luigi Santilli scrivono una lettera aperta a sindaco, assessore all’Urbanistica e al prefetto e scrivono separatamente un comunicato stampa perchè non sanno “se si sia tenuta o meno la conferenza dei capigruppo, con quali presenze e con quale esito”. Ma annotano prima di tutto che quella non è la sede per discutere di competenze del Consiglio comunale, che ha funzioni di “Indirizzo e di controllo politico-amministrativo, “a meno che non si sia voluto consapevolmente forzare e violare il percorso democratico previsto dalla legge”. Quindi, stigmatizzano “la grave condotta” del Presidente del consiglio comunale e chiedono al sindaco e al prefetto di “intervenire per quanto di competenza affinchè per il futuro non si ripetano tali incresciosi e gravi episodi”.

La scelta del sito per la caserma dei vigili del fuoco, secondo quello che dicono dalla maggioranza, si inquadra nell’ambito della costruzione della “cittadella della sicurezza”, cioè di un agglomerato nel quale dovrebbero collocarsi le sedi delle forze dell’ordine. Quindi, se reca i prodomi di una scelta urbanistica di primo rilievo, non è questione che tocchi  i capigruppo, da un lato, e il capo del baldi pompieri, dall’altro. Appartiene alle scelte di fondo, cioè alle competenze del consiglio comunale. Se si pensa che sono sessant’anni (quasi) che i Vigili del fuoco stanno a Porta Romana, si può prevedere che per cent’anni almeno staranno nel nuovo sito. Siccome partono dalla caserma per lo più per spegnere incendi in tutto il circondario, un sindaco accorto promuoverebbe il confronto con i Comuni del circondario, per sentire da loro le opinioni sul modo migliore di raggiungere case e fienili da spegnere nel volgere di pochi minuti. Tanto più che proprio sulla caserma dei vigili del fuoco il geom. Franco Casciani, ancora vice-sindaco di Sulmona, si inventò la bufala che la sindaca di Pratola Peligna si stava adoperando per assegnarsela. Non era vero. Ma proprio per questo è opportuno spegnere sul nascere il fuoco della polemica; anzi, vestirsi direttamente da vigili del fuoco della polemica.

La “cittadella della sicurezza” è una scempiaggine, si sa. Concentrare in un quartiere tutte le presenze di polizia significa lasciare sguarnito il territorio; a non parlare, poi, dei dispetti che lo spirito di concorrenza, sotto altri aspetti benefico, produce continuamente tra le varie “fiamme”. L’unico episodio positivo che tale contiguità ha procurato si può rinvenire nella fuga disperata, trent’anni fa, di un arrestato, che, con abilità felina, scavalcò il muro di cinta dei Carabinieri, in Via Sallustio, senza sapere di ritrovarsi nel recinto della Polizia (o viceversa; il tempo annebbia gaffe e responsabilità).

Ma, fintanto che non cambierà maggioranza, la “cittadella” è in corso di fondazione e non sono ammesse decisioni “aumm aumm”.  E se i vigili del fuoco ne debbono far parte, è giusto che di questo tema fondante del nuovo assetto urbanistico debba trattare il consiglio comunale. Se l’assessore all’Urbanistica convoca i residenti del centro storico per approvare il regolamento che vieta di sputare per terra, un presidente del consiglio comunale deve convocare tutti i rappresentanti della cittadinanza per ambire a fare un nuovo castro pretorio.

I vigili del fuoco con la scelta della loro caserma cercano anche di rompere il ghiaccio su un tema urbanistico essenziale

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