25 GENNAIO 2012 – Il deliberato del Consiglio regionale sulla salvaguardia dei tribunali abruzzesi è palesemente sbilanciato a favore di quello di Avezzano: dopo aver auspicato la conservazione di tutti gli uffici (otto, per l’esattezza, dei quali quattro in città che non sono capoluogo di provincia), l’assise abruzzese aggiunge:
“e comunque il Tribunale di Avezzano che per parametri tecnici coerenti con la legge delega n. 148/2011, risulta essere il terzo Tribunale della regione, e quindi conforme con quanto previsto dalla stessa legge, ed è presidio di giustizia di riferimento per l’intera regione”. Il Presidente degli avvocati di Sulmona, Gabriele Tedeschi, ha quindi chiesto un incontro urgente al presidente della giunta regionale, al presidente del consiglio e ai capigruppo consiliari.
Se si salva solo un tribuanle
In un comunicato emesso oggi fa rilevare che “proprio sulla base dei criteri indicati dalla legge n. 148/2011, tutti i Tribunali non provinciali a rischio di soppressione hanno pari dignità e pari importanza per la collettività regionale” e che “in definitiva, indicare solo per il Tribunale di Avezzano le ragioni in virtù delle quali tale Ufficio può essere salvato significa, di fatto, affermare che gli altri Tribunali possono essere soppressi”. Tedeschi chiede anche che, a prescindere dall’incontro urgente, i presidenti e i capigruppo consiliari assumano determinazioni formali e sostanziali senza distinzione e “senza conferire preminenze o priorità indebite”.
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Una delibera per sentito dire
La scelta della Regione, che è intervenuta con il concorso di tutte le forze politiche, la dice lunga sul grado di rappresentatività di tale assise; e la dice lunga anche sulla preparazione tecnica di chi ha deliberato, posto che giammai si può parlare di “presidio di giustizia di riferimento” per un tribunale, qualsiasi esso sia: se non altro per ragioni di competenza territoriale, ogni tribunale è punto di riferimento per il proprio circondario e se un abruzzese di Vasto vuole “riferirsi” ad Avezzano, trova un giudice che gli dice di cambiare indirizzo. Si può, quindi, parlare (ma i consiglieri non si curano neppure di documentarsi, ammesso che abbiano letto approfonditamente il deliberato) di rilevanza del carico statistico, di organico, di popolazione servita da un certo tribunale: e, purtroppo per gli amici marsicani e per tutti quelli come noi che vorrebbero conservare quel tribunale e quello di Sulmona, il tribunale di Avezzano non raggiunge né il numero di magistrati in organico, né il numero di popolazione (200.000) voluti come condizioni minime dalla riforma delle circoscrizioni.
Allora: unico “presidio di giustizia di riferimento” per l’Abruzzo è la Corte d’Appello e ciascun tribunale è riferimento per il suo territorio. Se non riesce a mantenersi, la Regione non può scegliere criteri a caso o addirittura contrastanti con i parametri della legge.
Ma la Marsica aveva teso una mano a Sulmona
Tutto questo discorso non esime dal farne un altro: il più eletto tra gli avvocati marsicani alle elezioni di ieri l’altro con oltre 280 preferenze è stato Sandro Ranaldi, aperto, come tutti gli avezzanesi del foro (non conosciamo eccezioni) alla unificazione del tribunale di Avezzano e di quello di Sulmona. In tal senso aveva pubblicamente manifestato l’opinione degli avezzanesi il presidente in carica, Colucci e in tal senso si era espresso il presidente della cmera penale, Casciere; ma la risposta da Sulmona è stata quella che è stata. Ora, il sorpasso di Avezzano, in fatto di iniziative e di… interventi politici, come già per la vicenda della provincia trenta anni fa, sembra cosa fatta. Prima ancora che per bocca del presidente di Confindustria della Provincia, Fabio Spinosa, in questo sito è stato prospettato l’impegno comune di Avezzano e Sulmona. Ora si tratta di rincorrere la Regione: buon cammino…