31 LUGLIO 2017 – “Ho cercato in tutti modi un confronto sereno e costruttivo con il Sindaco di Pratola Peligna, ma Antonella Di Nino ha deciso che l’Amministrazione da lei guidata non debba più far parte della Centrale Unica di Committenza con Sulmona, andando dritta per la sua strada, agendo come se fosse tutto già precostituito. Mi sarei aspettata che il Sindaco di Pratola accogliesse il mio invito a un incontro teso quantomeno ad approfondire e a valutare tutti gli elementi per migliorare un servizio strategico di fatto avviato circa un anno e mezzo fa dai nostri predecessori. Ero disposta ad un confronto onesto istituzionale nel quale ogni decisione sarebbe stata legittima, compreso lo scioglimento della convenzione. Invece il Sindaco ha liquidato frettolosamente la questione dando l’impressione di essere guidata da motivazioni legate a vecchie logiche di opportunismo partitico e ragioni di campanile piuttosto che dagli interessi dei cittadini, non aprendosi alle opportunità di migliorare i progetti di collaborazione e rinsaldare i legami di territorio.”
E’ quanto afferma il Sindaco di Sulmona Annamaria Casini, all’indomani della delibera di recesso dalla convenzione sulla Cuc tra Pratola e Sulmona. “Ritengo che si tratti di una decisione affrettata e miope di natura politica che non guarda a percorsi strategici di territorio, scegliendo, per di più, comportamenti che snobbano dialogo e confronto istituzionale, rischiando di andare così a minare i rapporti tra i due Comuni che si sono contraddistinti fin ora per rispetto e collaborazione. A poco tempo dall’insediamento del Sindaco Antonella Di Nino, le avevo chiesto di poter valutare insieme soluzioni alternative che potessero coniugare le esigenze di entrambe le realtà. Ma invano. Dispiace che si continui a ragionare ancora restando chiusi entro i propri confini, secondo vecchi metodi di partito, senza allargare lo sguardo e proseguire processi di coesione di territorio”.
Ma dopo quello che ha fatto Anna Maria Casini al Cogesa, si può ancora parlare di collaborazione fattiva? Si può ancora sostenere che esiste un confronto istituzionale e si può sperare nei legami del territorio? E perchè mai Pratola Peligna dovrebbe eseguire ad occhi chiusi quello che decide l’assessore regionale Andrea Gerosolimo? Per non disturbare il manovratore? E questa si chiamerebbe politica del territorio?