IMBARAZZANTE INIZIATIVA DI PARTE DELLA SUA MAGGIORANZA
9 NOVEMBRE 2016 – I giornali di stamane riportano un documento che sarà illustrato dai consiglieri regionali Di Matteo, Gerosolimo e Olivieri: un “altolà” al presidente della giunta D’Alfonso che pretende di introdurre, nella prassi, una figura autoritaria e autoreferenziata del capo dell’esecutivo senza neppure passare per la faticosissima e scombinata riforma proposta a livello nazionale da Renzi.
Si può dubitare dello spirito istituzionale dei tre, che non ci sembrano proprio dei Zagreblesky in sedicesimo e che ogni volta che hanno alzato la voce lo hanno fatto per questioni un po’ diverse dal premio di maggioranza o dal rispetto dei diritti delle minoranze. Non si può dubitare, sotto altro profilo, dell’arroganza di Luciano D’Alfonso; e questo è già motivo sufficiente per ascoltare con attenzione quello che diranno i tre per illustrare il documento. Proporre di rivedere la gestione dei fondi per la cultura, poi, è un tentativo di rivedere l’assetto di tutto il comparto, che adesso è costellato di plaudenti iniziative lanciate per vedere quanta “audience” (e quattrini) ottengono a livello regionale. Per esempio, basta vedere i premi e premiucoli attraverso i quali sconosciuti e oscuri comitati allestiscono celebrazioni per consegnare targhe e ninnoli a personaggi già affermati a livello nazionale e internazionale e, con questa scusa, farli partecipare a passerelle che servono solo a lanciare meteore dalle ambizioni politiche e dalle sconnesse conoscenze letterarie.
Per non parlare, poi, delle manifestazioni del Bimillenario di Ovidio: non potendo conferire un premio al Poeta e farlo partecipare per accreditare la passerella di altri, associazioni di vario tipo e a vario titolo (qualcuna costituita appositamente in vista della ricorrenza, ma altre sontuosamente aderenti al progetto “Aspettando il Bimillenario della morte di Ovidio”; ecco, appunto, aspettando…) non muovono foglia fin quando non si saprà come e quando la Regione allargherà i cordoni della borsa. Riformare tutto il settore della Cultura e dei Grandi Eventi è, quindi, una esigenza primaria. Magari non ha il rango e l’urgenza della organizzazione sanitaria nella regione, disastrata da quattro o cinque anni a questa parte solo per “far cessare il commissariamento” (senza chiedere ristoro a chi quel commissariamento ha provocato con la gestione allegra dei decenni precedenti…); ma è una esigenza sulla quale D’Alfonso non può pretendere di mettere tutto a tacere alzando la voce e strepitando come fa quando incontra ostacoli sui suoi personalissimi progetti di sventrare montagne per cambiare tracciati autostradali, decretare la morte dei interi comprensori come va facendo per la Valle Peligna da quando si è insediato, stringere improbabili alleanze con i suoi referenti aquilani per esigenze elettoralistiche.