SCONVOLGENTI OMISSIONI NEL COMITATO OVIDIANO
11 MARZO 2017 – Celebrano Ovidio dalla parte di Augusto, con il metodo della relegazione dell’avversario.
Se fossimo stati chiamati a formare un comitato scientifico e un ministero per i beni culturali avesse bollato questo comitato come “parzialmente rappresentativo”, ci saremmo fatti rossi per il millennio successivo. Invece questi parzialmente rappresentativi non hanno battuto ciglio; e continuano nella loro strada per dimostrare che, duemila anni dopo Ovidio, si può stare anche dalla parte di Augusto e, con un tratto di penna, escludere o includere chi pare loro.
Di livelli internazionali neanche a parlare: Alessandro Barchiesi, latinista del periodo imperiale, quindi il più adatto per parlare di Ovidio e del Potere, non potrà entrare a Sulmona se non da spettatore; magari a sentire i versi che i pensosi professori hanno fatto leggere a Michele Placido in teatro: “il membro si alza (…)”, versi rinnegati da Ovidio eppure evocati nel suo bimillenario.
Del resto, chi si trova a proprio agio stando seduto nel comitato accanto a chi ha messo l’aglio in testa alla statua di Ovidio, può articolare di tutto, pur di respingere le persone più degne di studiare Ovidio e di illustrare Ovidio (a proposito: chi ha consegnato le chiavi di Sulmona a questa manica di incompetenti e di “parzialmente rappresentativi”?). Oggi il ciclo “Cinema e psichiatria” parla ancora di invidia, a Sulmona e proprio il giorno dopo della presentazione di questa combriccola di narcisi: consigliamo di dare un’occhiata, all’Osteria del tempo perso, in Vico del Vecchio, a venti metri dal Vaschione. E’ tutto il… tempo che questi Salieri del terzo millennio hanno perso a spiegare gli accenti degli esametri e gli effetti gutturali rispetto a quelli labiali, senza mai cercare di capire perché Ovidio, come Mozart, è stato un grande.