UN LEVRIERO IRLANDESE E IL PRINCIPE AZZURRO CHE LO SALVA
19 MARZO 2017 –Ha molta flemma ed eleganza il levriero irlandese che con l’avv. Serafino Speranza fa visita al “Vaschione”; non sembra molto entusiasta. Ma il fatto è che ha un passato ingombrate alle spalle, sebbene non ancora compia i due anni di vita. Era un cane da corsa in Irlanda; doveva dare il massimo e subiva ogni genere di stimolazione, anche le più crudeli, pur di vincere le gare corroborate da scommesse.
Poi, come tanti altri colleghi, ha dovuto lasciare le piste ed era destinato a nutrire i cinesi con i polposi muscoli dei glutei e a soddisfare le fabbriche di guanti con il pelo morbido. Una associazione italiana è in prima fila per sottrarre i levrieri a questa fine crudele. E chiunque può prenotare un animale così bello e fascinoso per tenerlo a casa. Certo è traumatizzato ancora e porta la coda fra le zampe posteriori; guarda tutti languidamente e, pure quando fa la pipì, indugia. La vita per lui non è più una corsa. “Non è vero che la vita comincia a venti o a trenta o a quaranta anni” scriveva Francesco Sardi de Letto, che di cani di lusso si intendeva perché la sorella, Maria, portava sulla neve il suo alano arlecchino: “la vita incomincia ogni volta che si raggiunge un risultato” concludeva l’autore di “La Città di Sulmona”. Si riferiva agli uomini, ma non ha mai limitato il senso della sua riflessione. Così, la vita può incominciare pure a due mesi, senza dover correre.
Si abituerà ai ritmi lenti di Sulmona, ai pensionati come lui, quelli che secondo de Andrè stramaledicono le donne, il tempo ed il governo, perfetta cartolina da Piazza XX Settembre di una volta e adesso anche di Piazza del Carmine, Piazza Capograssi, Piazza dell’Annunziata. Pensionato è anche lui, ma ha incontrato un animo generoso che tornerà a farlo correre libero, quando vuole lui e fino a dove vuole lui; poi riacquisterà un tono anche come cane da passeggio e si appoggerà a bere alle sponde del Vaschione come tanti anni fa il dalmata Gaspare.