GIOVANNI LOLLI RIDOTTO A FARE IL BUTTAFUORI

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MA E’ L’UNICO AL MONDO CHE RIMEDIA SCHIAFFONI E STA ZITTO

2 AGOSTO 2017 – Sulla diatriba degli incontri tra ordini professionali e giunta regionale si sta giocando la dignità di una parte dei professionisti.

Quella dei politici è compromessa da tempo, se il vice-presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, prende un altro schiaffone pubblico, intasca e porta a casa, solo perché se parla perde il posto tanto agognato dopo una vita di stenti politici. Il suo obiettivo è conservare un assessorato regalatogli senza che passasse per le urne.

Conserva la schiena dritta il presidente dell’Ordine degli architetti, Edoardo Compagnone, che gli dà dello scorretto, perché, dopo aver detto a ingegneri, geometri ed architetti, di non partecipare all’incontro del 19 luglio, ha fatto partecipare ingegneri e geometri, lasciando fuori gli architetti che si erano attenuti all’…invito al contrario (cioè a non farsi vedere). La posta era delicata, perché Lolli, che si regge per trentanove e quaranta, aveva tutta la convenienza a non disturbare la strategia del collega di giunta, Andrea Gerosolimo, il quale qualche mese fa telefonava pure di notte e pure ai ricoverati in ospedale per rintracciare i presidenti degli ordini e farli retrocedere dalla intenzione di inscenare una manifestazione furibonda sotto al Comune di Sulmona, dove era issata la bandiera gerosolimiana con la dott.ssa Anna Maria Casini che parla a comando.

Insomma, Lolli, già famoso alle cronache per le diatribe in tinello con il figlio che contestava Renzi, dopo il 19 luglio aveva rassicurato l’arch. Compagnone per “un incontro chiarificatore e conciliativo”. Ma poi all’improvviso lancia una mail (neanche una telefonata) per dire agli architetti di non andare neanche alla riunione del 31.

Una vitaccia da travet: dopo aver fatto il parlamentare e addirittura il sottosegretario, si vede costretto a fare il ragazzo di bottega di Gerosolimo pur di conservare un ruolo. Oddio, non è che fosse un esempio eccelso, perché, militando nel partito delle regole, si è tenuto una pronuncia di prescrizione per un reato niente male, senza rinunciare come avrebbe potuto fare una persona senza macchia e senza paura. Ora è ridotto al ruolo di usciere per notificare non gli inviti, si badi bene, ma le esclusioni: cioè fa il buttafuori. A Roma si dice: “Ci avrai pure due sordi, ma fai ‘na vita…”. A L’Aquila si potrebbe adattare: “Sarai vice-presidente, ma fai una vita…” (non chiedeteci di scriverlo in aquilano perché è una cantilena che disturba molto il senso estetico).

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