I COMITATI SI SOSTITUISCONO ALL’OPPOSIZIONE

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MANIFESTAZIONE ANCHE OGGI PER LO SCANDALO DEI RIFIUTI – SABATO IL SIT-IN A CASE PENTE

5 APRILE 2023 – E’ previsto per stamane alle 10,30 un sit-in davanti al tribunale, organizzato dal Comitato per il Morrone; si occuperà questa volta di rifiuti, per l’indecente situazione del Cogesa, che ormai ha eroso il territorio ove per quarant’anni avrebbero dovuto essere smaltiti i rifiuti di Sulmona e di qualche altro Comune del circondario.

Mario Pizzola, alla guida dei Comitati cittadini per l’ambiente

I”Comitati” rappresentano ormai l’unica opposizione, tanto alla costruzione della centrale di spinta del metanodotto, per la quale la finta opposizione in Comune ha le mani legate dalle scelte governative, a Roma come a L’Aquila, quanto per la gestione dei rifiuti, per la quale i “Fratelli d’Italia”, finta opposizione in Comune, non possono dire nè “ah”, nè “bah”, dati gli interessi dell’Aquila (ove “FdI” imperversa anche oggi con il discutibilissimo presidente del Senato e Giorgia Meloni, sola a guidare una ciurma da avanspettacolo).

Nelle foto, alcuni momenti della manifestazione di sabato scorso.

L’area recintata dalla Snam a Case Pente

L’area di Case Pente, che la Snam definisce “marginale” – hanno detto i partecipanti al sit -in dei Comitati per l’Ambiente – è in realtà di grande interesse paesaggistico, storico ed archeologico. E’ vicina a Pacentro, uno dei borghi più belli d’Italia, ed è all’ingresso del Parco nazionale della Maiella; rappresenta un importante corridoio faunistico per l’Orso bruno marsicano, specie ad altissimo rischio di estinzione ed è classificata, come l’intera Valle Peligna, di massimo rischio sismico. Nel sito è stata individuata dalla stessa Snam un’antica costruzione risalente all’epoca romana o italica e prima di decidere qualsiasi attività relativa alla costruzione della centrale dovranno essere effettuati gli scavi archeologici per accertare la natura dei reperti ivi sepolti da oltre duemila anni. In una lettera inviata alcuni anni fa dalla Soprintendenza archeologica alla Snam si affermava che “già dai primi elementi si può ipotizzare una delocalizzazione dell’opera”.

Pacifica protesta, densa di contenuti

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