28 MAGGIO 2013 – Una grande formazione politica per la città: proprio quella che si profilava dall’impegno di Fulvio Di Benedetto.
Stava per raggiungere il risultato di riuscire a rappresentare i sulmonesi già dal primo turno delle amministrative e comunque avrebbe preso parte al ballottaggio (per i dati numerici rimandiamo a: “Risultati definitivi alle Comunali”). Sembra caratterizzarsi in questa avventura a non lieto fine (per la scomparsa improvvisa del candidato) la volontà di Sulmona di uscire dall’ambito dei partiti per gridare un “no” chiaro e irreversibile verso la politica delle spoliazioni. Fatta eccezione per il Partito Socialista, tutte le liste di questo raggruppamento portavano il nome della città (Sulmona Futura, Le Ali per Sulmona, Sulmona al Centro, Sulmona Democratica).
Sicuramente su questo gruppo sono confluiti i voti di quelli che avrebbero votato per un rinnovamento radicale: non solo di chi aveva votato PD e si è trascinato il consenso che non è rientrato in nessuna finestra dopo essere stato scacciato dalla porta dalla dirigenza miope di quel partito (ben 919 voti ha raccolto in tutta la città Sulmona Democratica, seconda soltanto a Sulmona al Centro con 1376), ma anche di tutte le correnti che si impongono con determinazione a proclamare che, così come l’hanno impostata i partiti, la politica cittadina non può fare progressi, è ridotta al basso livello del vassallaggio.
Ora è certamente da escludere che quei voti, così motivati, possano confluire in un Pdl che ha mortificato la città di Sulmona sottraendole il tribunale ed altro e non ha saputo neanche rispettare gli orientamenti della amministrazione uscente, sua propria espressione e dalla quale ha preteso di distinguersi con la “discontinuità”. Per convinzione, dunque, ma anche per necessità, non potranno non confluire su Peppino Ranalli. E a questo punto i giochi sarebbero già fatti.