Il Parco Nazionale inquina il centro storico

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Cartelloni_Parco_e_acquedottoI AGOSTO 2012 – Sarà anche grazioso il cerbiatto reclamizzato con gigantografie del Parco della Maiella, ma l’accostamento con le pietre dell’acquedotto medievale che c’entra? Sono pur sempre animali, i cervi, ma

qual è l’abbinamento con i cavalli della “Giostra”?

Eppure le immagini del Parco hanno creato una trincea tra Corso Ovidio e le spettacolari visuali sulla Piazza Garibaldi con il contorno (vero) degli archi dell’acquedotto di Re Manfredi: il risultato è un insipido allestimento che fa tanto assomigliare Piazza del Carmine ad uno stand dell’oktoberfest .

Venendo dal Parco della Majella, forse questa trovata ha la stessa origine dei sensori che dovrebbero segnalare la caduta di massi lungo la via dell’eremo celestiniano (v. “Grandi Rischi anche per la strada dell’Eremo?” in questo sito) e, tutto sommato, farà minor danno rispetto ai sensori, ai loro costi e alle conseguenze per l’incolumità pubblica. Ciò non toglie che siano un affronto al contesto del luogo, dinanzi all’irripetibile portale di San Francesco: ci sono voluti tanti anni perchè l’acquedotto, il Corso, la Piazza diventassero quello che sono e, d’improvviso, ecco spuntare angoli di montagne (rintracciabili a decine di ettari e sparse in tutte il territorio) proprio nella giornata della “Giostra europea”, quando Sulmona deve presentare la sua essenza.

Non sarà il caso di costituire un Parco cittadino per tutelarlo dall’inquinamento proveniente dal Parco Nazionale della Majella? Se avessimo il potere di ordinanza del Sindaco firmeremmo prima di domenica la rimozione, a costo di sostituire la pubblicità del Parco con specchi che farebbero rimbalzare lo stile del campanile di San Francesco, la fuga di archi del portale e la facciata della Chiesa del Carmine. Dopo tutto, da tutta l’Europa verranno ad ammirare queste cose.

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