INTERESSANTE OPERAZIONE CULTURALE SU UN ARTISTA DIMENTICATO
2 DICEMBRE 2012 – Ancora l’Ottocento nella pittura e ancora un artista in quel felice periodo di emulazione e perfezionamento che l’arte figurativa attraversò a Castel di Sangro (con Patini, che invero apparteneva a tutto l’Abruzzo), a Sulmona con Rossetti, a Francavilla-Pescara con Cascella. Vincenzo Alicandri viene riscoperto dal Rotary, che gli riserva una mostra: ma una mostra da allestire, tutta ancora da costruire pezzo per pezzo, comprese le notizie e le stesse opere.
Viene tentato, così, un percorso inverso rispetto a quello rituale della offerta di opere selezionate e riconsiderate; e ordinate in catalogo. Al Rotary fanno professione di indigenza, quanto a biografia e a produzione artistica di Alicandri. Per quanto attiene alla prima, mettono sul banco tutto quello che sanno: nacque a Sulmona il 21 maggio del 1871 da Giuseppe e da Clorinda Vitto, conseguì la Licenza Tecnica nel 1888, con ottimi voti. Nel 1943 si trasferì come sfollato a Caraglio (CN), dove aprì uno studio da pittore e dove tenne a bottega Piero Lerda (Caraglio 1927-Torino 2007) che presso di lui prese dimestichezza con le tecniche artistiche, come ha rivelato l’artista piemontese in alcune interviste pubblicate in occasione della retrospettiva che gli è stata dedicata nel 2010. Trascorse gli ultimi anni a Torino, dove morì l’8 Giugno del 1955.
È noto il legame di amicizia con Basilio Cascella, consolidato grazie anche alla condivisione di idee e di progetti, tanto da sfociare in un sodalizio documentato nell’ultimo decennio del secolo, di natura artistica ed imprenditoriale, che si concretizzò nell’apertura dello stabilimento litografico di Pescara, attuale sede del Museo Civico Cascella. A questo periodo risale un’intensa attività grafica, soprattutto di materiale pubblicitario e di cartoline illustrate, come pure la partecipazione alla creazione della raffinata rivista d’arte e letteratura «L’Illustrazione Abruzzese».La tecnica di esecuzione di questi prodotti era la cromolitografia, evoluzione della stampa litografica che, sebbene raffinata e complessa, tuttavia all’epoca era poco considerata e ritenuta un’arte minore, non all’altezza delle altre, come d’altro canto lo era la fotografia.
In realtà le tavole realizzate da Cascella e da Alicandri per «L’Illustrazione Abruzzese», curata personalmente dal primo, erano prodotti di pregio e di elevata qualità tecnica, tanto da rappresentare ancora oggi, insieme alle serie di cartoline stampate, la più importante e rara testimonianza della litografia abruzzese. Risalgono al 1899 i primi esemplari per la rivista, mentre sin dal 1897 il Sulmonese aveva lavorato alle litografie per «Il Natale abruzzese». Nel 1904 eseguì altre due stampe, per «Pescara e Gabriele d’Annunzio», La Casa del Poeta ed Addiaccio di armenti sul Pescara.
Nella immagine del titolo: “Il Parlatoio delle monache”, che l’artista donò al Comune di Sulmona.