Il teatro si fa anche tra i lupi se i Comuni vogliono

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daciamarainiL’INIZIATIVA DI DACIA MARAINI  PER PORTARE I MIGLIORI ATTORI NEL PARCO

7 NOVEMBRE 2012 – Come imposta la “sua” scuola Dacia Maraini, con l’idea dei “Teatranti nel Parco” per coinvolgere i Comuni della parte più suggestiva in una Regione chiusa per millenni?

 

“ Una scuola fra le montagne – sottolinea la scrittrice nella presentazione – Una scuola nel centro di un Parco antico e popoloso di animali selvatici. Una scuola itinerante che coinvolge diversi paesi, in rapporti di collaborazione fra di loro”. I Comuni, come riportiamo nell’articolo “Teatranti nel Parco per una nuova cultura” (nella sezione CULTURA di questo sito) si limitano ad offrire la ospitalità per un corso di lezioni, racchiuse in un fine settimana al mese fino al prossimo agosto. “Proprio nel momento in cui nel nostro paese le scuole sono in disfatta – aggiunge Dacia Maraini che ha testimoniato il suo attaccamento al Parco scegliendo di viverci, a Pescasseroli e a Gioia – quasi che una nuova anarchia si innestasse nell’incuria di una cultura basata più sul mercato che sulla formazione, ci sentiamo orgogliosi di proporre una scuola di teatro che formi dei professionisti di una grande arte legata al sapere parlare, al sapere analizzare la realtà, al sapere approfondire la memoria, al sapere discutere sui grandi temi del sociale, al saper promuovere e organizzare dei piccoli o grandi eventi teatrali.Noi crediamo che la cultura sia necessaria al benessere di un paese, perché la cultura insegna a pensare e a capire, insegna a unire le diversità nel rispetto della più distanti identità. E crediamo che la  scuola, non solo quella per i bambini, ma quella per gli adulti consapevoli, sia un luogo di incontri, di conoscenza, di approfondimento, di creazione. Per questo, dopo diversi anni di una scuola unicamente rivolta alla drammaturgia, allarghiamo l’attenzione alla recitazione  è quello che ci chiedono i giovani – alla regia e alla organizzazione teatrale. Sapersi muovere, sapere comunicare anche attraverso un linguaggio visionario e danzante, significa imparare a entrare nel futuro col piede leggero e sicuro. Fra l’altro il gioco teatrale è legato alle regole. Non c’è gioco senza regole. E gioca meglio chi conosce a fondo le norme. Noi crediamo alle regole, non solo del piccolo gioco scenico, ma del grande gioco delle parti di pirandelliana memoria. Crediamo al lavoro collettivo, alla dialettica del pensiero, alla forza della memoria, alla progettazione generosa di un futuro migliore.”

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