L’arcobaleno dipinge il Premio Sulmona e inaugura la notte a colori

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BREVE PIOGGIA PER SPEZZARE LE LOGORREE E INAUGURARE LA RASSEGNA

1 SETTEMBRE 2012 – Il “Premio Sulmona” ha un prima e un dopo: c’è il “prima” delle ore 19,15 di oggi e un dopo. A cambiarlo è la pioggia che con molta discrezione invita gli oratori ad essere brevi e, visto l’attaccamento al microfono, comincia a fare sul serio, fino a costringere gli interventi in scaletta nei dieci-quindici secondi che bastano ed avanzano per dire (ripetendo) quello che caratterizza tutte la inaugurazioni: la ricerca di assicurazioni dai rappresentanti degli enti pubblici sulla concessione dei contributi.

Fino a quando Giove pluvio ha retto, si sono ripetute le angosciose previsioni di imminente fine della rassegna artistica: tutte pienamente legittime, beninteso, perchè allestire un “Premio” è ben diverso che dipingere un quadro. E’ l’organizzazione che costa e “carmina non dant panem”, onde per pensare al futuro, anche a quello a breve scadenza come la quarantesima edizione, nel 2013, ci vuole un po’ di serenità. Hanno un bel dire i politici presenti che comunque i soldi poi si trovano: per adesso non ci stanno e non si possono, quindi, neppure comprare i quadri che gli artisti sarebbero disposti a cedere perchè premiati.

C’è un prima e un dopo anche nella impostazione degli interventi e nella lunghezza delle citazioni, frutto non solo della logorrea imperante, ma, curioso a dirlo, del nuovo “politicamente corretto”. Quindi non si cita più Lenin, quando si tratta di interrogarsi sul futuro del Premio e riprendere quello stantio “Che fare?” tanto celebrato quanto bolso e non dettato da particolare acume. Si riporta il nome e non lo pseudonimo, con il risultato che l’uditorio di artisti e non di sgobboni di storia, anche in gran parte post comunisti, non viene neppure sfiorato dal dubbio che si tratti di uno “statista” che molti dubbi sul da farsi non li aveva e si faceva domande quando aveva già le risposte e doveva imporle agli altri anche a costo di farli fuori se non erano d’accordo. Brutta citazione per un premio che, basandosi sull’arte, si fonda anche sulla libertà; e rischio grosso aver inserito questo riferimento all’ottusità comunista in una manifestazione alla quale, se non fosse stato per il ritardo che si consente agli estrosi, avrebbe dovuto essere presente Vittorio Sgarbi.

E’ venuta, invece, la pioggia a cancellare il trionfale ingresso del critico d’arte, ma a regalare un arcobaleno perfetto, dall’eremo di Celestino V alla Chiesa di Santa Chiara per scacciare tutti i molti presenti e ricordare che incominciava a Sulmona la “notte a colori” fatta questa volta con il tratto di madre natura e, quindi, di una insuperabile vincitrice della rassegna

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