I AGOSTO 2024 – Pullula di stimoli la piccola Bugnara che dista dal cielo duecento metri in meno di Sulmona e beneficia per questo di aria più respirabile dei trenta gradi serali. Martedì farà il suo ritorno alla grande Italo Picini, ma accanto al bar di Fabrizio in piazza è allestita una carrellata di modernariato per collezionisti navigati. Mike Bongiorno (nella foto del titolo) ottiene più “like dal vero”, ma spopola anche l’insegna degli avveniristici apparecchi per telefonare negli anni Settanta: la chiamata interurbana (che costava un occhio) diventava automatica, nel senso che non bisognava passare per il centralino che poi richiamava quando poteva.
La tabella del quotidiano “Il Tempo” svettava sulle consolari che attraversavano i paesi e a Castel di Sangro, per esempio, è tenuta come oggetto di pregio anche lontano dalle edicole, persino tra i palazzi delle case popolari, con grande scorno dei radical chic, supponenti nel loro parlare di proletariato, ma infastiditi della puzza dei proletari.
Poi c’è proprio, da toccare, un telefono pubblico nella sua cabina, a forte isolamento acustico, che si riempiva di fumo e nella quale, secondo Enrico Mattei sul “Tempo”, potevano tenere i loro congressi i Repubblicani di Ugo La Malfa.