PEGGIO DI QUESTA SINISTRA C’E’ SOLO QUESTA DESTRA

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SONO SPOMPATI MA ANCORA SI ACCAPIGLIANO I PRESUNTI EREDI DELLA VERA ALTERNATIVA

2 APRILE 2016 –  Riunione peggiore della precedente, ieri al “Meeting” per una sedicente Destra sulmonese in vista delle elezioni.

Chi va con uno dei raggruppamenti più accreditati tra quelli che si sono delineati negli ultimi giorni, chi sente ancora il fascino di Forza Italia: un nulla di fatto e, invece, molti visi sfatti stamane, non tanto per il sonno perso, quanto per il burrone che attende tutti.

E’ chiaro che per salvarsi la Destra di Sulmona deve presentare una lista che si chiami con nome diverso da Forza Italia, per discostarsi dalla sen. Paola Pelino (esecutrice dell’ordine di Forza Italia di eliminare il tribunale di Sulmona e praticamente assente da ogni problema del territorio), o diverso da Fratelli d’Italia (che hanno mandato al Comune Enea Di Ianni, passato dopo qualche mese, armi e bagagli, con l’avversario di ideologia e di schieramento pre-elettorale, Giuseppe Ranalli), o diverso da tutte le liste che si potrebbero agglomerare intorno ai personaggetti (come li chiamerebbe il governatore campano De Luca) che hanno tirato imboscate più o meno dichiarate a Fabio Federico quando era sindaco o che addirittura si sono fatti passare come suoi consiglieri (come Iago consigliava Otello, con tutto quello che racconta Shakespeare nel “moro di Venezia”).

Ma un nome andrebbe trovato, diverso anche dalla Lega di Salvini, che indossa una felpa per ogni zona di Italia che attraversa, come Pulcinella faceva per i diversi padroni che serviva. E diverso anche dall’NCD, che di Destra ha solo un’appendice nel nome e cerca di seppellirla, perché si vergogna di richiamarsi alla vera Destra, con un “Nuovo” e con un collegamento con il “Centro” che sa tanto di Democrazia Cristiana e di Renzismo e che dovrebbe provocare conati continui di disgusto per tanti giovani incerti se andare o no a votare, dopo gli esempi della casa di Montecarlo per Gianfranco Fini. Si dovrebbe tracciare non un confine, ma un Vallo di Adriano con i casi della profonda tristezza dispensata dai successori di Giorgio Almirante, dilapidatori di una certa ricchezza passionale dei giovani ai tempi nei quali i carri armati schiacciavano i coetanei di Budapest e di Praga, ma anche ai tempi nei quali il PCI organizzava i picchettaggi davanti alle fabbriche per fare quello che i fascisti avevano fatto cinquanta anni prima.

Dovrebbe trovare un nome qualsiasi, questa lista che tutto dovrebbe fare, tranne che raccogliere le ceneri dell’affarismo berlusconiano e della grande illusione di Fini di stemperarlo con una idea più alta, con una idea politica: dovrebbe caratterizzarsi per una indipendenza dalla senatrice che lascia insoluti nei negozi e non solo nei negozi (che cosa hanno a che fare Ramelli, Mattei, Giaquinto e i giovani che hanno cercato di difenderli, con la volgarità politica di questa sedicente Destra?). Un nome si trova, non è quello il problema: una percentuale di elettori si trova, in particolare tra quelli che non andrebbero a votare perché è impossibile per un giovane (ma anche per uno che ha ormai i capelli bianchi) andare a votare le liste e le persone che sono state finora proposte. Considerando che Giuseppe Ranalli ha governato con il 27% degli elettori, una lista di Destra tosta che avesse i programmi chiari attingerebbe almeno un 15% dei non-votanti, cui aggiungerebbe il 3 o 4% che le si attribuisce dai sondaggi, come soglia minima. Poi potrebbe anche non andare al ballottaggio, se i Sulmonesi sentiranno ancora il richiamo della foresta di votare per quelli che un domani possono sempre agevolare una permesso a costruire, un’autorizzazione qualsiasi, un posto per una sinecura, la svendita di tutti i segni della dignità cittadina in nome di una commercializzazione selvaggia: ma avrebbe quanto meno un ruolo fiero nell’opposizione, per prepararsi ad un salto di quantità dopo aver fatto quello di qualità.

E non è detto che non possa puntare alla carica più alta di Palazzo San Francesco, soprattutto se i 5 Stelle continueranno ad essere così deboli.

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