28 LUGLIO 2016 – All’unanimità il Consiglio comunale di oggi ha dato mandato al sindaco di intervenire presso il Ministero per impedire che si completi l’iter amministrativo della variante alla autostrada A25; e per intervenire anche presso la Regione per revocare la delibera recante il parere positivo sul progetto predisposto da “Autostrada dei Parchi” per saltare la Valle Peligna con il segmento di tronco da Bussi a Collarmele.
Intanto in Abruzzo si registrano reazioni tutt’altro che bilanciate tra i favorevoli e i contrari alla “variante”. Nella sostanza, a favore della riformulazione del tracciato (sia a Bussi che a Carsoli) è soltanto la “Strada dei Parchi” con un piccolo manipolo di sindaci, Luciano D’Alfonso che ormai non ha più neanche una maggioranza in Regione, e altri dieci.
Tra i sindaci Umberto Di Primio, di Chieti, che ieri ha partecipato ad una riunione di sostenitori del nuovo tracciato, tenutasi a Castelvecchio Subequo. Di Primio, nelle sue conclusioni, è partito da un approccio cerchiobottista: “Dobbiamo fare tutte le valutazioni e soprattutto tenere nella più alta considerazione la tutela ambientale, credo che il progetto possa essere un volano per i collegamenti tra il Tirreno e l’Adriatico trasformando l’aeroporto d’Abruzzo nel terzo scalo di Roma”.
Di primio acchitto si dovrebbe dire che Di Primio, nonostante sia sindaco di Chieti, dorma sonni profondi, tanto da non accorgersi che un collegamento tra Roma e l’aeroporto d’Abruzzo già c’è da oltre quaranta anni; e, semmai, la variante dovrebbe far risparmiare dieci minuti di percorrenza. Non pare questo il motivo vincente per poter progettare interconnessioni tra il “Liberi” e il “Leonardo da Vinci”, a meno che il sindaco di Chieti non abbia notizie di primia mano che tra i “tour operators” si vada spargendo il “rumor” : “Hai visto, quando finirà la variante da Bussi a Collarmele agli americani per vedere il Colosseo converrà atterrare a Pescara perché si impiegano tre ore di pullman da Pescara a Roma rispetto alle tre ore e dieci minuti di primia”. Il fatto è che Roma il terzo aeroporto, quello dell’Urbe, già lo ha e preferirebbe mille volte usarlo anche con i “Piper” piuttosto che pensare alla autostrada per spostare il traffico di passeggeri con un risparmio di dieci minuti rispetto a quaranta anni fa.
Del resto, si susseguono le panzane a proposito dei benefici della variante. Il manager di “Strada dei Parchi”, che non le aveva dette tutte nella intervista a Tg3 Abruzzo, qualcuna l’ha esternata al “Centro”. In sostanza, bisognerebbe evitare le salite troppo ripide come quelle attuali perché i camion si incendiano. Deve aver ripreso da Renzi che sul referendum ha in pratica detto che, se prevale il “no”, torneranno i sette flagelli, compresa l’invasione delle cavallette. Ma c’è una differenza, tra le predizioni del premier e le bufale di “Strada dei Parchi”: che gli abruzzesi tutti questi falò di camion non li hanno visti in quaranta anni, mentre hanno sperimentato le conseguenze dei disastri alle falde acquifere del Gran Sasso per un traforo che è più corto di quello in progetto sotto il Sirente.
Nella foto del titolo Bussi Officine, dove avrebbe inizio la variante per Collarmele