Al ribasso il “Mercante in fiera”

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TROPPI RISCHI DI INSOLVENZA TRA I COMMERCIANTI NEL PERIODO NATALIZIO

30 DICEMBRE 2016 – Non se la passa bene la tradizione dei giochi di Natale vicino al camino e accanto all’albero.

Incide un po’ la crisi, ma non può essere questa la chiave di lettura di tanta circospezione nel giocare fino all’Epifania: dopo tutto è una parentesi breve, che non ha mai spiantato nessuno. Ma, da quando sono circolate voci di insolvenza di imprenditori che se la tiravano e inserivano nel curriculum questa qualifica che in fondo tutto può comprendere (persino un modesto esercizio commerciale), l’ambiente del gioco ne ha risentito. Per esempio, non si parla più di “Mercante in fiera”: troppi sguardi imbarazzati quando qualcuno propone di fare una mano in compagnia della giraffa, del bastimento, del castello, della mietitrice. C’è sempre il rischio dell’insolvenza, visti i mercanti che girano in città e che non pagano le quote neanche del Rotary.

Qualcuno ha suggerito il correttivo di una garanzia bancaria; ma non è facile ottenere una fidejussione in pochi minuti e poi con i costi si brucerebbe la vincita prima del tempo. Affrontare i rischi della progressiva eliminazione e poi trovare montepremi già ipotecati è quanto di più beffardo ci possa essere per un giocatore purosangue. Data poi la faccia tosta dei Mecenati senza quattrini, non serve neppure l’antico richiamo “Il piatto piange”; fosse per loro, potrebbe pure disperarsi. Così si va altrove e si aspetta che all’ombra del campanile sulmonese sorga una nuova classe mercantile e all’orizzonte si delinei il… mercante in fieri.

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