LE MUTATE FORME DELLA STATUA ISPIRANO IL LOGO DEL BIMILLENARIO

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OVIDIO SCAMPA ALLE SPECULAZIONI DELL’AGLIO E SI AFFIDA ALL’ARTE DI GAUDENZIO CIOTTI

30 DICEMBRE 2016 – Gaudenzio Ciotti di Roccapia si dimostra un grande dominatore delle forme e trova nella statua del Ferrari in Piazza XX Settembre la chiave per illustrare il Bimillenario di Publio Ovidio Nasone.

La sua opera è stata scelta da una commissione che aveva il compito, affidatole dal Comune, di individuare il “logo” delle celebrazioni del Bimillenario, lontano dall’aglio e dalle speculazioni commerciali. Ciotti, che ha già dato prova di grande intuito artistico nel raccogliere i suggerimenti della natura come quando ha ideato, con Coccopalmerio, un gioiello guardando dall’alto l’imbocco dell’Altopiano delle Cinque Miglia, si è limitato ad osservare attentamente le evoluzioni plastiche della toga del poeta e vi ha trovato le lettere del suo nome, ma anche l’iniziale della sua più grande opera. Ha un avviato ristorante e, se avesse assecondato l’interesse di bottega, avrebbe accompagnato Ovidio ad una patata (se ne coltivano di ottime vicino all’Altopiano, del tipo lasciato dai tedeschi dopo la seconda guerra mondiale), per lo stesso principio per il quale a Sulmona per vendere aglio si è coronata la testa di uno dei massimi poeti della Latinità. E invece eccolo giocare sulle…mutate forme, che valorizzano anche la grande opera del Ferrari, uguale a Sulmona come nella piazza del municipio di Costanza dove Ovidio morì duemila anni fa.

Bene ha fatto il Comune a volare un po’ più su di borghi e supermercati, almeno ai mille metri della vecchia Rocca Valle Scura.

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