Attenti, chè Vittorio Monaco vi ascolta

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aree urbane abruzzesi

CONVEGNO SUL RIEQUILIBRIO TERRITORIALE ABRUZZESE: SONO BANDITE LE IPOCRISIE

25 MARZO 2017 – Dalle ore 16,30 nel salone di Palazzo Sardi (Comunità Montana) Luciano D’Alfonso, presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Di Pangrazio, sindaco di Avezzano, Annamaria Casini, sindaco di Sulmona, e due tecnici, l’arch. Aldo Cilli e il prof. Roberto Mascarucci, parleranno di “Aree funzionali urbane”, cioè del grosso tema del dopo-province, di quell’aggregazione del territorio che, libera dai reticolati di assetti amministrativi vecchi di secoli, potrà assecondare le spinte dell’Abruzzo moderno. Lo faranno su invito del Centro Studi e ricerche Vittorio Monaco, con la regia di Mimì D’Aurora.

Parlare nel segno di Vittorio Monaco è impegnativo, nel contesto attuale. Fu la persona più aperta al colloquio e la più incline ad evitare ipocrisie, quasi una “cosa” scandalosa all’interno del PCI (del quale era peraltro convinto sostenitore, per quell’insondabile contraddizione che colpisce le menti più aperte che vogliono restare le più fedeli) e un po’ meno scandalosa quando diventò fenomeno diverso dalla “obbedienza pronta, cieca ed assoluta” della guerra fredda.

Se solo l’evocazione di Vittorio Monaco consentisse oggi di parlare senza schemi e senza ipocrisie, bisognerebbe sostenere che la distribuzione dei centri di aggregazione del territorio dovrebbe subire immediate riforme, ad incominciare dalla soppressione della provincia di Chieti, per quello scandalo (ecco appunto, una cosa da evitare) che si ravvisa ancora sulla carta geografica con due prefetture, due tribunali, due di tutte le istituzioni provinciali a dieci chilometri da Pescara. E la piattaforma delle analisi di oggi alla Comunità Montana è realistica e non ipocrita: infatti non considera due poli di attrazione (Chieti e Pescara) per quella parte di territorio tra Lanciano e Teramo, ma uno solo (in blu intenso nella simulazione); poi vinca il migliore (che certamente non è Chieti).

Sarà difficile che prenda posizione su questo Luciano D’Alfonso, impegnato da due anni in una desertificazione della Valle Peligna e giammai nel riequilibrio regionale con la soppressione dello scandalo Chieti-Pescara. Ma certamente non sarà il discorso di D’Alfonso ad attrarre di più l’attenzione dei presenti: conterà quello che diranno i tecnici. Bisogna sempre verificare chi li ha scelti, ovviamente.

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