NON ESISTE IL SEGRETO ISTRUTTORIO, MA QUELLO DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE SI’
29 MAGGIO 2015 – E’ più segreta una indagine svolta dalla commissione parlamentare sull’abbandono illecito dei rifiuti che una della magistratura sulle trame nere e i servizi deviati italiani.
Un organismo, che dovrebbe essere per antonomasia una scatola di vetro, può trattenere più efficacemente il riserbo che generalmente si addice ad una istruttoria giudiziaria.
Eppure a Pescara è andata proprio così, ieri, con la commissione presieduta da Bratti del Pd. Nulla si sa di quello che hanno detto Bellelli e Mantini, i due pubblici ministeri del processo in Corte d’Assise. E mentre sul contenuto delle loro dichiarazioni alla commissione si può mettere in conto un livello di segretezza (visto he potrebbero contenere riferimenti a fatti appresi e indagati per questioni di ufficio non ancora rivelabili), per quello che ha detto, per esempio, il presidente della Regione, D’Alfonso, è davvero paradossale che si invochi il segreto e addirittura si tenga lontana la stampa dagli sviluppi della vicenda che ha segnato tutta la regione molto di più di quanto non abbia fatto il terremoto del 2009.
E la si tenga lontana dalla conoscenza dei presupposti e delle informazioni su come bonificare l’area di Bussi officine, per esempio: problema che non può essere solo del commissario oppure del presidente della Regione.